Volontà - anno VII - n.9-10 - 15 dicembre 1953
E domani, nella ri\'oluzione, dobbiamo prender parte energica (se pos– sibile prima e meglio degli altri) nella necessaria lotta materiale e spin– gerla a fondo per distruggere tutte le forze repressi"e dello Stato ed indurre i lavoratori a prender possesso dei mezzi di produzione (terre, miniere, officine, mezzi di trasporto, ecc.) e dei prodoui già pronti, organizzare su– bito. da Joro stessi, un'e<1ua distribuzione dei generi di consumo, e nello stesso tempo prO\•vedere allo scambio tra comuni e regioni ed aHa continua– zione ed intensificazione della produzione e di tutli i -servizi utili al llttb– blico. Noi dobbiamo, in lutti i modi possibi.li e secondo le circostanze e le possibilità locali, promuo\'ere l'azione delle associazioni operaie, del1e coo1,crati\'e, dei gru1>1>idi volontari - affiuchè non sorgano nuovi poteri autoritari, nuovi governi, combattendoli colla forza se necessario, ma ~o– pratlutto rendemJoli inutili. E quando non tl"O\'assimo nel popolo consensi <:ufficienti e non potessimo impedire la ricostituzione di uno Stato colle sue istituzioni auloritarie ed i suoi organi cocrcith,i, noi dovremmo dfiutarl'i a parteciparvi, e a riconoscerlo, ribellarci contro le sue imposizioni e recla– mar!' lliena autonomia t•er noi stessi e per tutte le minoranze dissidenti. Ooncmmo insomma restare in istato di ribellione effettiva o potenziale, e, non potendo vincere nel presente, preparare ahneno l'avvenire. E' cosi che intcndele anche \'Oi la parte degli anarchici nella prepara– zione e nell'auuazione della rivoluzione? Da quello che so di voi e dell'opera vostra sono inclinato a credere di si. Pnò, c1uando vedo che nell'Unione che voi preconizzate vi è un Co– mitato esecnti\'o il c1uale dovrebbe « dirigere ideologicamente ed organizza– tivamcnte )l l'associazione, 1ni viene il dubbio che voi ,•orresle anche nel mo,·imcnto generale un organo centrale, il <1ualc clf'lt~•sse auloritariamenlc il programma teorico e pratico della rivoluzione. In qucslo caso saremmo lontani assai. I! ,·ostro organo, o i vostri organi dirigenli, malgrado fossero com– posti cli anarchici, non potrebbero non diventare un governo vero e pro– prio. Essi, nedendosi, in completa buona fode, necessari al trionfo della rfroluzionc, vorrebbero innanzi tutto assicurarsi l'esistenza e la forza per imporre la loro volontà: creerebbero perciò dei corpi armati per esser di– fosi materialmente ed una burocrazia per auuare i loro dommi, e con ciò 1larali,,;zerehbero il movimento p0po1arc ccl ucciderebbero la ri"oluzione. E' quello, io credo, che è accaduto ai bolscevichi. Ecco. lo credo che Ì'importante non sia il trionfo dei nostri piani, dei nv,,tri progetti. delle nostre utopie, le quali del resto hanno bisogno della conforma dell'esperienza e possono essere dall'esperienza modificate, S\'i– lup1,ate ed adattale alle reali condizioni morali e materiali dell'epoca e del luogo. Ciò che pili imporla è che il popolo, gli uomini tutti, perdano gl'istinti e le abitudini pecori]i che la millenaria schi,witii ha loro ispi• 541
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