Volontà - anno VII - n.9-10 - 15 dicembre 1953
3· Caro compagno, Finalmente riesco a vedere la lettera che voi m'indirizzaste già da piì1 di un anno, a pro1>osito della critica ch'io feci al Progetto di organizzazione di un'Unione generale degli anarchici, pubblicato dal gruppo di anarchici russi all'estero e conosciuto nel nostro movimento col nome di « Plate– /orm.e ». Conoscendo la mia situazione, voi avcvale certamente compreso pcrchè non vi ris1>onclevo, Io non J)Osso partecipare come vorrei alla discussione delle questic,ni che pii1 c'interessano, perchè fo censura non mi (a pervenire nè le pubbli– cazioni che essa considera sovversive, nè le lettere che trattano di argo– menti politico-sociali, e solo a Junghi intervalJi e per casi fortunati mi giunge l'eco affievo1ita di quello che i compagni scrivono o ranno. Così seppi che la « Plateforme >> c la critica ch'io ne foci furono molto discusse, ma ho saputo poco o nulla di <1ue1loche fu detto; e ]a vostra lettera è il primo scritto sull'argomento che riesco a vedere. Se potessimo corris1>onderc liberamente, io prima d'intavolare la di– scussione vi pregherei di chiarfre i vostri concetti, i <pmli, forse anche per col1>a di una imperfetta traduzione dal russo in francese. mi riescono in alcuni punti alquanto oscuri. Stando le cose come stanno, vi rispondo se– condo che v'ho com1>reso, e mi affido alla speranza di poter poi vedP-re la vostra re1>lica. Voi siete meravigliato che io non ammetta il principio della respon– sabilità collettiva, il <1ua]eè da voi ritenuto un principio fondamentale che ha guidato e deve guidare i rjyo]uzionari passati, presenti e futuri. Da parte mia io mi domando che cosa possa mai. significare in bocca di un anarchico questa espressione di responsabililà collettiva. Io so che tra militari si usa decimare wi corpo di soldati che si è ri– bellato o si è mal condono in faccia a] nemico, fucilando indistintamente quelli che ]a sorte designa. So che i capi di esercito non si fanno scrupo1o di distruggere un villaggio o una città e massacrare tutta una popolazione, fanciulli compresi, perchè qualcuno ha tentato di resistere all'invasione. So • Machnò, esule a Parigi, aveva scritto a Mala1csta - prigioniero in casa a Roma - ponendo una &erie di domande aS!lai ca1cgorichc, nello s1euo spiri10 Sl~Uamenle « ra• zionale » con cui il Gruppo degli Anarchici ruS!li di Parigi aveva var.t110 il suo (naufra. gato) tentativo di a PJateforme ». Ancora una voha, dall'anarchismo che è la ra1Jicale afTcrma1.ionc di liber1à e quindi di diveui1à coesistenti, si prelcnde,·a che assumesse una fisio110111iaunitaria, che si fissasse un pro~ramma definitivo, rhe presentasse una sua soluzione - perfona 1>cr tutti i 11rohlemi della vi1a sociale. Malatesta a quell'atteggia. mcuto ha risposto, asaai più che alle p:irole - sopratullo per ris11èllo a Madmò, un uomo la rui ,·ila vale infinilamenlè ili più dei suoi discorsi. 538
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