Volontà - anno VII - n.9-10 - 15 dicembre 1953

DUE LIBERTÀ e ON QUESTO TITOLO e colla 'firma di Constaut Martin, il Libertaire di Parigi pubblica il seguente articolo, che stimi•mo necessario com• mentare J>erbene stabilire l'opinione noslra in opposizione ad una tendenza eh<', malgrado si dica anarchica, contiene in germe tutta una teoria e tutta una 1>rat.ica autoritaria. « Tutti fMrlano in nome della libertà, i, realisti ed i clericali, sli antisemiti al pari, degli ebrei, i padroni come sli op4!rai, i ricchi come i poi:eri. · E non è raro inconuare dt!i soc.ia.li.11i, dei rii:t>lu:ionori e desii anarchici, in cui il sen11ìnentaliuno domino, i quali, fin da oro, • nella società auuale •• uogliono la li~rtà fH-' tulti - u,i. e~ non ne hanno akuna. Quwo principio, o prìutosto quata tui ienuale, li conduce ntcu..soriomenle a mm negare al prete la li~rtà di dire la musa e di subornm-e la giocentù Mlie chiese, nelle scuole, nei confessionali; al realisti la libv-1à di lenlare di es.sere i noJtri domina1ori; ai podroni il diri,u, di sfruuarci; agli an1iumiti il diritto di massacrare gli ebrei e di cacciarli dalla Francia.. t con questa parola, la Ubertà. la quale umbra euere diventata la pnrala d"ordine ne.Imondo cleri.cale, cf1e si tenta, in questo momento, di a"eslare gli sfor:i rivolu:ionari. Come, voi non ammeUelf! la liberuì tli ciascuno, ci dicono, e ooi vi chiamale um1r– chici'? Voi non sieu che tki settari e ,legli orribili Giacobini. QueSli con1raddi11ori confom/o110 11olentieri, o volo11tariamente, la socieuì llltuale, pieni, di privilegi e di ineguagUan:c ,ociali, con la società eguaUtaria dell'avvenire; es.,i raiionano dal punto di visto della socie1à attuale cl1e es.,i 1;ogliono con.ser1:are. Ma 1li anm-chici non pouono accettare que.slo punto di visto, wtto pena di suicidio, senu negare la loro ra&ioM di euen. Come, ri,pondono eui a volta loro, voi o«-te accapa"alo 1ulla lo fortuna, lo pn• lenza 101,-ernotiva e ,eli~ioso; 1,-oi a~lf! fabbricate delle le11i pe.r mantenere tulli i 1,'(). uri prit;ileii, voi ci tt!'nete umopoui colla fame e colla tJiolenw. ~ t.-oi domandate lo libertà! E no,· do1:,-emmo ricono.scere la VOJtra libertà di farci morir di fame. di farci /are i wldati, di sfruttarci, di 1'slruire i nostri fisli colla mira cli assicurare la vosr,a pe.r• pelua domina:ione sopra di noi? No. non ci intendiamo. Facciamo i noSlri conii prima, facciamo le parti, /acci'amo la revisim1e delle fortune: -. remliamoci socialmeme ed economicamente eguali» e poi parleremo tli Ubertà, poichè clii manca di pane non può es.ser libero. Noi ammelliamo la lìberlà come uno dei principii della futura 3,ocie1àche noi t:o• 479

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