Volontà - anno VII - n.8 - 15 novembre 1953

cker, con Ja lotta di ogni giorno, la lotta p.cr il pane quotidiano, per quanto lenta essa possa essere. Con questa lotta, lentamente ma chiara– mente, si è avanzato sulla via del progresso. Progresso che maggior– mente ci fa ainnre e lottare per ouo– vj progressi sen1pre lesi verso lo sco– po finale: l'anarchia. In quanto poi alla questione che la miseria crei nelle masse un mag– giore e piì1 profondo spirito rivolu– zionario, egli, che ha visto e ,,issuto tutti gli episodi della rivoluzione te– desca e del duro clopo-ri,•oluzionc, cita ad esempio il periodo dcll'in– Jbzione (1923), periodo ollreinodo (!uro e che imm.iserì ccl :1ffamò il l)Ol>olotedesco come pothi altri 1>ri- 111adi lui. lo furono, eppure, invece di 1>or1arlo \'erso la rivoluzione, e<l npprofondire ed acutizzare tulle le ragioni che avrebbero dovuto :1vvi– cinarlo, spinse le masse verso lo sco– raggiamento, la smoral.izzazione cd :li conseguente inaspri111ento della reazione che andò strappando una ad una la irrnggior purtc delle con– quiste :q>portale dal.la rivoluzione del novembre 1918. Questo argomento, che ogni mi– glior:nnento dell'esistenza dei lavo– ratori rn1>presenta sempre un ele– meuto <li 1>rogresso, è ripreso cd a(. fermalo a pili ri1>rcse ncll'opern del Rocker, non solo di quegli anni, ma è richiamato e so1tolineato anche nelle sue «Memorie)), scriue in que– sti ultimi nnni e dopo le esperienze del primo dopo guerra. Sono del re– sto idee che :weva sostenuto 'molti anni prima, in polemica con ele– menti Las:dliani, Je cui idee furono su mohi punti riprese, - <1ualche ,,olla senza saperlo - anche da qual– che anarchico, e che combattevano 426 le lolle sindacali come lotte contro- 1,roduceuli. Egli scrisse nelle sue «Memorie»: « Dato (lllche come verità che gli ope– rai in generale non guadagnino mai più di qmmt.o loro occorrei per fare fronte (I/le necessità vitali, e che il problc11w sociale non possa essere risolto dalla, pura lotta dei salari, non ostcmt.e è ùuliscw.ibdc che le neces– sità vitali degli operai non so,w sem– pre le stesse mu proporzi.onalmente crescono con. le domatule fatte alla vitct. Per comprendere questo, non occorre altro che compctrare le con– dizioni ne.Ile c1uctli ·vivevano i lavo• rcaori nell'epoca del cctpitalismo ùii– zinle col livello di vitct posteriore >1. l Ma qui, in questo import.ante li– breuo « Ocr Kcmipf ums Taegliche Hrot·)), pili estesamente e 1>artico– fareggiatmnente che altrove egli gj soffernrn su tale problenrn pcrchè era quello che in quel momento si presentava e con urgenza domandava d'essere risolto e trae come conclu– sione che è ancor pii, indis1)ensabi1c che utile partecipare :lUa lolla che tende a migliorare, approfondire cd affermare ogni giorno più questo be– nessere. Se così non avvenisse, nonostante le espressioni 1c piì1 radicali e violen. te che potrenuno impiegare« <Ju"ndo rmrlercm.mo c,i lavoratori del nostro fine, e cercheremmo di convincerli che ogni t.entc,t.ivo di miglioramento nella. società l1tt1wle è inutile, im. possibile, questo « rculicalismo » noti si diffcren:ierebbe in nulla da quello impiegato dal prete che parla agli affamati del regno dei cieli ». E (>ro– seguendo nella confutazione degli er- 1 « E,1 la 8orrosco )), Buenos Aire!, li VO• lume delle Memorie, pag. 120 o 121.

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