Volontà - anno VII - n.8 - 15 novembre 1953
re alcun giudizio morale; os~.ssio– nati di collettivo al punto di aver J>aura di restare soli, perchè fatti in– capaci di dirigersi, di ponderare se– condo se stessi i fatti e le idee, ,li scegliere e di decidere. Questa molta gente che esce di matti1rn leggendo il giornale, che nelle pause del lavoro pensa al To– tocalcio o va al cinema od ascolta alla radio un insieme di musica fot– ta rumore e di notizie svuotati" di ogni contenuto stimolante a pen~n– re, questa gente è in regresso, an– che se è meglio ves1i1a e nutrila ed alloggiala, cd ha automobili radio macchine d' ogni specie, e dispone di ·infiniti nuovi sussidi contro le ma. lattie, ccc. Ed è in regresso proprio pcrchè non è piìi anima"ta da nessun im1,ulso spirituale. Chi tra loro (e cc n'è anche tra i moltissimi 1>cr cui « religione » era solo su1>crstizione) trovava tnle impulso in una fode re– ligiosa, ha perduto la sua religio– sità, e non l'ha surrogata con nulla di 1>ii1valido. Altri, che l'im1>ulso rice,•e,•nno da una « Cede politica» che era pur sempre una s1>cciecli re– Jigione, si son nauseati dei 1>artili tutti, e si son messi da parte: nn– chc per essi nulla ha surrogato l:1 religiosi1ì1 abbandonata. Gli uni e gli altri hanno u,n im– menso ,'110101norale dentro: jJ vuo– to su cui si impianta l'azione asscr• vitrioo dei preti e politici profes– sionali. i <1uali coltivano l'accetta– zione del vivere come rotelle di un meccanismo, soddisfo1ti di mangia– re bene di fare all'amore di avere una bella casa ccc., o c1uanto meno limitati in <1uei confini nelle pro– prie aspirazioni. E sempre bene, ovviamente, libe– rarsi <lalla religione-superstizione, che sta tutta in pratiche magiche ed in subordinazione pratica a preti, con tonaca e senza. Ma non è al– trettanto vero che abbandonare la propria personale Cede religiosa sia di per sè sem1>re un bene. Bene è solo 1a condizione della persona che :1bbandona ]a religiositit perchè la supera, non solo 1>erchè la nega. Accorgersi che Dio è sohanto una immagine antropomorfica da noi slessi creata e sostenuta, rifiutarsi al– l'illusione di razionnlitì1 che offre la idea d'un Potere personale soprana– turale in cui starebbe la spiegazione di tutto ciò che accade, vedere chia– ro come la accettazione <li una tale fantasia finisce sempre con il reli– garci, cioè con l'usscrvirci nel una chiesa - Lutto ciò è ovviamente he– ne. Ma II condizione che nello stesso tempo si continui ad accorgersi che v'è in ciascuno cli noi un « senso dcU'umano » che si afferma nell'e– sperienza di ciascuna persona ma ,•i include necessariamente l'esr>erien– za di tutte le infinite persone del passato e ciel presente e le 1) roiet.ta verso l'avvenire, cioè un'ansi.a d'e– terno, un quicl non spi.egabilc razio– nalmente ma hcn reale ed OflCran. te - che è poi ciò che chiamiamo umanità e ci fa diversi dagli ani. mali anche pili intellige111i e 1>ii1 sociali. ì\foha gente, troppa gente~ ha per– duto im,ecc nell'immane moto col– lettivizzante del noslro tempo - di cui son molteplici le cause ma chiari gli strumenti nell'azione irreggimen– tante dei parliti e delle chiese e di tutti gli organismi costitui1i 1>ropri degli Stati - il senso l'orgoglio la forza della propria u1111111i1i1. Non crede pili in Dio, ma espone prove della inesistenza-di-dio che valgono 393
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