Volontà - anno VII - n.8 - 15 novembre 1953

ccnte dei vari gruppi di donne che, senza vesti speciali, senza regole spe– ciali, jntendono anch'esse vivere in– sieme alla gente comune, condi•vi– derne le diI-ficolt.à ed i problemi. Proposito comune: contribuire per la via dell'esperienza quotidiana a riavviare il loro prossimo verso idee e volontà e attività cristiane. L'insieme che così s'è venuto de– terminando era ovviamente troppo cristiano, nel senso profondo, per– chè 1a Chiesa cattolica potesse dige• rirlo. Inoltre, i preti-operai - come ha notato di recente il Jaburista in– glese Tau Driberg - « ... dopo due anni di lavoro missionario tra gli operai, si ritrovano solidali con essi anche politicamente ad un punto che allarma il Vaticano >). Il inoto dei preti-operai aveva avu– to al suo battesimo l'appoggio del cardinafo ]>rimate di Parigi, e tut– tora un altro cardinale e molti preti minori di Francia si battono per so– Slenerlo. Ma nonoslaute lutto ciò il Vaticano lo ha praticamente sconfes– sato. Al modo usuale elci Vaticano, s'intende. Non gilt ordinando ai J>re– ti-operai di indossare nuo,•ameute ]a tonaca e vivere cla prete, ma sem– J>licemente proibendo che nei semi– nari della « Missione di Parigi » e della <e Missione di Francia » sia ul– teriormente incoraggiata nei giovani la vocazione alle missioni tra gli o– perai. Si sa che con ciò, privato di nuovi apporti via via che gli attuali preti-operai o si stacano o muoiono, i] moto svanir;!. L'insegnamento di queste cs1>cricn– ze è molteplice. Che invito a ri– flettere. Ci si accorge innanzitutto che 1a perdita deUa religiosità (constatata 392 sia per gli « atei >> sia per coloro che si limiiano acl andare a messa ocl a fare battezzare i figli senza pii1 nes– sun attaccamento ai Vangeli, al 1>ii1 solo bigotti della propria chiesa) è un fenome.no molto pii1 grave di quanto appaia in superficie. All'abbandono del comportamen– sto-cristiano non si è infatti, venuto surrogando, nella maggior parte dei casi, nessun altro comportamento deliberato a cui si possa attribuire, sia sul piano personale che su quel– lo sociale, una efficacia comparabile a quella j)crdu1a. Ecco una affermazione che fori-~ rizzare i capelli in testa a molti pred icatori-contro-i-preù-con•auimo– di-prete. Essi son rimasti, o se giovani si son posti, nella condizione cli non– pensiero connessa con ogni pura ne– gazione. Par loro che dire « via i preti », - generalizzazione in sè già arbitraria, perchè v'è prele e pre– te - sia senz'altro e sempre una sor. gente di bene. Invece è ovvio che non accade nulla d.i bene ,ogni volta che un uomo ocl una donna, i quali avevano il senso di vivere dedicati ad un fine purchessia trascendente in qualche modo le loro persone ccl il loro tempo, perdono i1 sostegno di idee e di sentimenti su cui fon– dava tale loro orientamento, e nulla di diverso ]i surroga. Il nostro tempo vede ridiventare « plebe >>- nel senso piì1 deteriore del termine - anche molta genie che era invece avviata atl essere «per– sone ». Sia tra i poveri che tra i ric– chi son sempre più coloro che oggi non vivono se non come elementi di una macchina: prigionieri di una routine di cose cla fare per le quali basta un pensare tecnico, non occor-

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