Volontà - anno VII - n.6-7 - 15 settembre 1953

Contro la pena di morte, ogni voha che una nuova esperienza ce ne ripropone innanzi agli occhi la sinistra liturgia, si riaccende la generosa polemica che invano combatte da secoli contro questa effe– ratezza. Ma di tutti i conosciuti argomenti, il pii1 inconfutabile rima– ne ancora quello che Cesare Beccaria pose al centro della sua dimo– strazione: la inutilità, la cieca e insensata inutilità dell..1 pena di morte. « Uu ,ie,ulu n'est. bou à rien )), diceva Voltaire. A che serve uccidere a chi giova? a che rimedfa? All'origine di ogni delitto c'è un problema inclivicluale di m1tura morale, e un problema collettivo di natura politica e sociale. La con– danna a morte sopprime i.I primo senza risolverlo, e lascia aperto ed esasperato il secondo. In quest'ultimo decennio se n'è avuta ripetut:1mente la dimustra– ziune brutale. Ne.I dialogo tra le esigenze di redenzione e cli p_acifì– cazione che si svolge Ira le due parli del mondo, ogni tanto !--Ì inse-" risce una condanna a morte, coJla quale uno degli interlocutOri crede cli poter conchiudere a suo vantaggio la polemiC'a, sopprimendo la voce del contraddittore. C'è chi si illude che iJ <lialogo <lei popoli possa ridursi a una gara dialettica di condanne Capitali: alle forche ,dj Praga si crede di poter dare una risposta adeguata colla sedia elet– trica cli Sing Sing; e forse sono in preparazione, di <1uae di là, repli– che e ,·ontrorepliche sullo stesso piano di argomenti. Ognuno di c1ue– s1i episodi solleva in contrapposizione, in una parte del mondo, una onda1a cli pietà e di sdegno; ma forse la più grande pietà dovrebbe andare non ai giustiziali, ai quali la forca o la sedia ele1trica dii l'au– reola «lel martirio vittorioso, ma ai giustizieri, ,·lie sono i veri scon– fitti: perchè coll'uccidere, hanno mostrato di riconoscere che per con– futare le voci dei loro o,ppositori non avevano ahro mezzo che 11uello cli renderle mute per semine. Ques·10 è vero per i delitti « politici »; ma tull.i i delitti, anche c1uelli cos"iclcletticccomuni », sono politici uel senso rhc dietro di essi rimane un problema che coinvolge Ja convi– \1enza umana e che non si risolve col sopprimere l'uomo nel <ptale il problema ha preso occasionalmente figura individuale. Uctiso l'uo– mo, il p~a è pjù vivo e imperioso di prima: !<li è visto in Inghil– terra t1Jfchcpfr casi cl.i reati non polilici, come il caso Bentley o i1 ca– so Evans, resuscitato dalJa condanna ,li Christie. Anche quando, per 1111 formale omaggio alla legge, 1'autorità chiucle le porte alla pietà e ne~a la grazia, cp.ie )fantasma rimane nella coscienza dei , 1 h•enti e vi semina un senso di smarrimento e di vergogna. L'esecuzione no11serve 295

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