Volontà - anno VII - n.6-7 - 15 settembre 1953
s1e.,sa resa, la stessa abdicazione e, per di piì1, le impone. Come scrive• ,·a Van der Lecuw nella « Fenome– nologia della Religione»: « Dio non solo arriva tardi nella storia del.le religioni, ma non è inclis1>cnsnbile che 11rrivi >). Lo stato può benissimo disi.m1)egnnrne le funzioni, e l'amo– re dello stato, ncecss.ilit fotta virtit, può prendere il 1>ostodell'amore di Dio e produrne gli stessi risultati. Ri,•olgcndosi ad esso l'individuo po– trà dire, uon gli rimarri1 ahro da 1•0- tcr dire; l< Santificctur nomen tumu, advenint rcgnmn tuum, fiat voluntas tua ... » e tutto il resto del Pater No• stcr. Sc11oncl1è, Dio non s' im1•onc solo come onuipolcnza e dal di ruori, nè, sempre tlal di fuori, esige l'n1111ichi– lamc1110della persona, che, dopo tut– to, è cosa sua, così come l'ha vol11111 e col volere che le ha da10. Dio par– Jn anche tbl di dentro e ,•uole il drnmma della persona con altre 1ier• sone 1• col mondo. Dio è anche, co– me rivelava lo Jung, il volere della persona e la sua libido sun1ifica1i. Lu morie 1>uòsegnare la fine delln per– sona e Fc conclude non annullu il dctitino. li destino è nellu vita e 11011 giit 11cll11morte. L'etica e ha religio– ne che conducono :dia riuunciu di sè sono etica e religione tli morlc, dit·ouo inutile In "ita, tu11·u11acolla persorrn, pcrchi.: la personu è morln– le. Le 1rngine di Nietzsche sulle re. ligioni di morie s'applicano alle re• li;doni i,l-'colari moderne che deifica. nc- lo .-,Iuloe il partito ancor 1,iì1 dtc 1101111 cris1i11nesimo cd nl butltli.-,1110. f..'clicn infine non è ttulttr<•hica, non è 1111 assoluto. Punto tl'urri"o 358 for~. non è il punto di (lartcnza. ~e una filosofia od una religione sono dio ~indicarsi a secondo elci !oro ri– ~ulta1i •:lici. l'etica d'altra ,,~rie \"d giudicuta dai suoi pr,;supposti filo• sofici, d:1lla suu visio1w dcli' uomo ,~ del destino dell'uomo nell'univer. so. Ora l'ètica statale o di partito, l'elica che donrnndu il s11crificio del– l'indi, iduo pn il trionfo della :.ocie. tà pcrfolla, può rivestire caratlere drammalico finchè csislono altri sta.– li t· 1,artiti ch'cgual111enk si arroga– no il monopolio dell'eticità, e finchè esistono individui in ribellione con- 1ro la socic1i1. Fincliè duri il confli110 fra unn moltcplicitit di Slati e cli par- 1i1i vi saranno sempre milioni che per forza o per :1111orc, e soprallt!IO f)Cr i,tupidi1;1, porranno tulio il be– ne da una 1>arte e lullo il mule dal. l'ahra e si scntir11nno ingaggiati in una lolla fra Diavolo e Dio. Ma sen– za il male che ne è del bene? E che 1•o"cro tfowolo d\m Dio è <1uclloche ha bisogno del din,•olo per <"Ssere rcahit opran1e! E' 11cccsst1rio rico. nosccre che se si vuole il sacrificio dell' individuo alla societì1, bisogna dnrc- alla socie1:, quel clestino che si loglie all'indivitluo. E quale destino h11 l'etica da dure alla società, l'c– licn d1 stato e di partilo, l'('licu che s'afferma senza conti (la rendere al– la trascendenza e, scusale il ncologi. smo, alla cis•set:mlcuzu? l.a rispo:-tu è chiara. Un dc.-,lino di niacc-hine 11ia111enu1e in buon ordine o, nel miglior tlei cu::iai, 11110 sfrutta- 111€'1110 101ali1nrio del 1•inne1a, un er• g:1s1olofil.utlropil.'o o un impeccabile is1i11110 di deficienti. G1ovANN1 BAl.l)t:1.u
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