Volontà - anno VII - n.6-7 - 15 settembre 1953

menle trasformata nel senso che al dramma si è sos1i1uita Ja lragcdia ed a11a i;iungla la gabbia. Nella giungla v'è la liber1ì1 d'uccidere urn v'è pure (Juella di difondcrsi o ahncno di scuppare. Nella socictlt moderna ri– mane la libcrtlt d'essere ucciso ma è quasi complc1amcn1e spariln quella di difendcr3i e di scappare. Gli ap– purati e"olu1i 1>cr la difesa della so– cietù non sono mai stali del lutto e genuinamente 111 :,t'.'r\'izio di essa e tlCflpurc della maggioranza, mU. oggi sono oltre ogni <luhbio slrumcnti nello mani di pochi (lCr lo sfrutta– mento o uccisione Ionia della socictit e J)er lo stritolamcnlo o uccisione ra– pida della medesima nella guerra o nello stato d'assedio che la 1neccde. L' obbiezione anarchica, <1uando radicale ed incondizionata, allo stato ed a tutti gli apparati sociali, si basa sul fatto ch'essi sono per l'nppunto a1lparn1i, trasfornrnzione degli uo,ui– ni in macchine, cose, armi ed uten– sili, ed in quanto toJgono alla vita j) suo caratlere drammatico. Sul pia– no fisico l'individuo è im1)otcntc con– tro l'apparato e bisogna concludere che J'umani1i1 sia biologicmucnte i– stupidita per nou rendersi conto che ncll' iwpotenza di ogni ind.i\'iduo co.nlro l'apparnto è la socicti, s1cssn ch'è resa impotente. li piìi barbaro degli anarchici è ancora il piit sano di vitalilìt e di mente pcrchè la pre– potenza è sempre 1>rcferibilc all'im– potenza. Preferibile biologicamente ed eticllmente. Così nei \fari anarchici della ten– denzu imlividualislica e cnr:.1lleristi– camcnte in Is1)agua tro,•iamo uu e– thos che ha molti punti di contatto con quello aristocratico e viene spie– galo il fascino e il rinforzo esercita- 356 to da Niclzschc nelle file del mo,•i– mento e rilro\'iamo in Sorel il più avanzato lcntativo cli fondere e CO• ordinare in un tutto unico cd istori. c:uncnte oprante l'ethos aristocrnli• co e la tendenza sociale del movi– mento. Col suo « ideale >,, parola piena di "ibrazioni Jrammatichc, l'anarchico s':,ffcrma un aristocrati– co in opposizione alla morale bor– ghese essenzialmente edonistica ed utilitaria come alla morale totalita– ria che Je sta succedendo, caratteriz– zata d::tlla rinuncia d'ogni autonomia e dalla riduzione dcll'l,omo al ruolo <li strumento. Nell' una e nell' altra l' nnarchico condanna I' ipocrisia e l'e<1ui\'Oco statali. NeJI' esaltazione dell'individuo egli cerca di restitui– re alla società la funzione etica che le è stata usurpata dallo stato e se e– salta pure il dr:unma della giungla è pcrchè esso è infinitamente preferi– bile allo stato di cose attuale in cui la Jotta d'og11w10 contro tutti è sta– ta sostituita da.Jl'indisturbato e to– talitario, wieidiale parassitismo del– la classe statale o di partito su tutlc le alt.re. L'anarchismo, quindi, per questo aspetto, è ri\'oha, ri"olta nel suo dramma e nel suo destino. Appare nrnncare di !finalità, e mostra nella sua noncuranza, nel suo disprezzo dei risultati, la mancnnza di un \'O· lcre di vittoria, e qucsla è la sua de– bolezza tosto che trascende l'indivi– duo e si propone d'agire socialmen– te. Pcrchè la società ascolti e faccia sua la \'OCedcll 1 11narcl1ismo esso do– vrebbe oO'rirlc delle garanzie di con– tinuilit e di stabililà. La societ:1 vuol sapere che ne sarà di lei se si faces– se anarC'hica e bi:;ogna confessare che l'anarchismo è assai vago su <111esto pun~o o altrimenti Inscio un'incol--

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