Volontà - anno VII - n.6-7 - 15 settembre 1953

la ragazza ed han tutti i problemi risolti per loro. Siccome tali « mass-media » che proslitniscono e distorcono l'Mte so– no lutti piì1 o meno direttamente controlluli è logico che l'eroe o per– sona drammatica che in un modo o nell'altro si ribella contro 1a società sia dipinto coi colori piì1 foschi e lo si 1>ril•idi ogni grandezza e lo si fac– cia immancabilmente finir male. Lo ordine stabilito non può tollerare che si veda grandezza nella ribellio– ne, ma conscio che essa è ora la so– la , 1 ia aperta a chi voglia vivere una \'ila drammatica, la deve presentare come delitto. Non vive di una vita drammatica chi si mette dalla parte del più forte o ehi sceglie una strada pcrchè cal– cola, anche se si sbaglia, che sia <1ucllache più sicuramente conduca alla vittoria. Chi sceglie la strada che rc1>uta meno pericolosa mostra cli voler evitare il pericolo che è l'ele– mento essenziale del dramma. Ton si può d'altra parte chiamare dram– ma, J>erchè vi manca il conflitto fra destino i<leale e contingente, la sorte di chi viene a trovarsi nei pericoli pit1 grandi ma senza un ,,oJerc suo proJ>rio, neppure in primo luogo <1uello cli sah•are la propria pelle, come è iJ caso di chi è coscritto in un esercito in guerra o in un parti– to organizzato ed adoperato esatta• mente come un esercito in guerrn. Partito, esercito e stato non sono che Ire a1,parati per la mortificazio– ne dell'individuo, per togliere alla vita la sua <1unlità drammatica di Ji. berlà. Pili o meno direttamente sono strumenti fabbricati dal.la società per la sua preservazione e per la sua di– fesa non solo contro l'ambiente, ma contro nemici esterni e sopralutto in. terni. Essa H ado1>era 1 finchè li 1mò adoperare, contro ogni individuo o coalizione di individui che si mostri 1nepotcnte nel senso etimologico de). la parola. Li adopera specialmente conlro ogni individuo dotato di mag. gior volere e di maggior coraggio. Essi sono strumenti efficaci per l'uso che fanno della forza e del volere di molti contro la forza e il volere di uno solo o di pochi, e sono pure e– ticampnte ,,alidi tosto che si ammet• tu il principio dcli' equivalenza di tutti i destini e quindi pure il prin• cipio democratico che in ogni con~ flitto la minoranza debba essere sa– crificata alla maggioranza. Ncll' ostilità latente e ncll' obbie– zione aperta con cui s'urta continua– mente l'anarchismo v'è la paura e l'abborrimento della società stabili– ta contro la minaccia d'un ritorno nlla barbarie, al dramma biologico primordiale, alla cosideua legge del– la giungla. E bisogna dire che non mancano espressioni, attitudini ed atti da parie cli anarchici che giusti– ficano quest'ostiJità della società ver. so I' anarchismo come idea e come movimento, come non mancano d'al– tra parte espressioni, attitudini cd atti da parte della società che giusti. ficano l'anarchismo come idea e co– me movimento antisociali, come de. sidcrio, volontà e persino tentati\'o di ritornare al dramma biologico primordiale, alla legge della giungla. L'operato infatti di uno stato, d'un esercito, d'un 1rnrtito o d'altri appa• rali, specialmente oggigiorno quello formidabilissimo della polizia, con– tengono clementi etici ritrovabili so• lo col 1uicroscopio o con occhiali for. temente colorati. Nelle società attua– li vediamo la legge della giungla niente affatto abolita, ma semplice- 355

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