Volontà - anno VII - n.6-7 - 15 settembre 1953
mente edonista e in ciò si riattacca alla psicologia della scuola mnteriali• sia francese del secolo decimottavo. I conflitti che studia sono conflitti in– terni, la conseguenza di sconfitte, di ribellioni e nrnschcraruenli di una volontit di piacere, e !'altre volontà fuori tli lei non ricevono mai digui- 1i1 di soggetlo indipendente, ma con– tano solo in qu:mto si subordinano ad essa o le si oppongono come vo– lonlÌI del suo dispiacere. Psicanaliz– zando Freud, Suttie mostra com'egli abhi11 represso ogni tendenza di co– munione col tutto, d' allacciamento i111imo col tu, e ciò può spiegare per rimbalzo come nel suo sisteurn la vo- 10111~1 di conflittp con altrui e l'amo– re d'altrui nel confliuo non appaio– no come parte integrnntc e specifica della J)Siche. Eppure tanto nel bambino come nell'uomo sono innumeri gli esempi in cui questa volonti1 si manifosta. Non ,,'è nulla infotti che lasci l'ani. ma tanto insoddisfatta come la sod– disfozione (lei suoi desideri senza battagliu, e giìi Goethe, per non ri– salire 1)iì1 addietro, notava come al• l'auinrn imporli piì1 il desiderio che non la sua sotldisfazione. Schopen• haucr dal canto suo, pur tirandone una diversa conclusione, scriveva che fo noia è la conseguenza dirctla del– l'assenza di conflitto. Persino la nau– sea di Si1rtre può considerarsi come caratteristica dcli' esistenza, <111ando quc:sta è intuita fuori da quella lotta e uuell'amorc ch'è la vita, come co– sa ·monotona tli tanti giorni ugua– li, come Ahaglichkcit, e cioè senza dramma. Che cosa può spiegare la gioia di vivere del bambino e del selvaggio o di quanli, pure in una soci('fà mo- 352 rigerata e pi,•na di restrizioni. mo– slrnno quella spontaneità 1 quella (re– schezza e <111ella generosità di sè per cui la gioia di vivere si manifesta? Cbe cosa dì1 loro <1uella vit.1litì1 ch'è di lutto il coq)O e non viene dal cer– vello, che non è calcolo nè discipli– na, che non ha nulla di meccanico e tulio d'animale, nel senso nobile della parola'? E' un'aspettativa d'uv– veni.menti sempre nuovi ed un esser– vi pro1110, un esser capaci di vedere la novità in ogni avvenimento e colla novitÌI la s1raordinarietì1 di dascuno <li essi. Allora ogni atto ha valore ed inq>orlanza, qualcosu di decisivo a cui par1eci1,a l'essere intero. Ed O• g:ni atto vero è una bai.taglia, in ogni allo \'ero la persona J)One qualcosa di sè a repenlaglio. Come si apprez– za veramente la salute quando è per– sa così si apprezza veramente la vi. ta quando si è in pericolo di per– derl.1, cd ogni cosa nella vita quan, do si teme che ci ,•enga uccisa o ru– bata. Ci sono centinaia di definizioni di <1ucllo che si.i il \'ero amore che lra– sccn<lc il paro desiderio carnale o se ne distacca couq)let,uncnte, come quando si parla, per esempio, del– l'amore del prossimo o dell'amore di Dio. Ma a noi sembra che vera– mente e 1,icna1nente si ami solo .quando non si vuol perdere l'ogget– to aruato e quando Ja vita sembra e diviene impossibile colla perdita del– l'oggetto aumto. E questo è il dram– ma dell'amore e s'inganna fortemen– te chi pensa che possa venire un giorno in cui ogni amante sia pcrfet. tamcntc felice e vi regni l'amore sen– za dolore. Abbiamo nelJ'amore un caso estre• 1110 ma ti1)ico dell'umana condizio• 1w <' della 5'11:l essenza drammatica.
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