Volontà - anno VII - n.6-7 - 15 settembre 1953
un lavoro letterario di critica e non poche volte anche solo di dettagJio, l'altro, il Roeker, sistematico, preoc– cupato tanto dei problemi teorici 11uauto di ,1uel.li pratici, che sono i.I risultato o l'espressione della vita quotidiana, e che unili, possono mantenere viva un'idea, e trovare la soluzione dei problcn1i operai, senza per <Juesto disdegnare il lavoro let– terario. :Mi sono soffermato su questa ca– rattcristicn del Rocker perchè tutta la sun opern e il suo pensiero pog• ginno su queste <1ualità fondamenta• li, come avremo del resto occasione di vedere 1>iì1avanti e perchè anche <1ucsto conLrnsto tra il poclico e il concreto, che vuol dire diversa valu– tazione della vita e del.le sue esigen– ze, si presc111.1nel movimento anar– chico con tale frequenza che non po– che volte a1>1rnre<1uasi, non differen• za, ma opposizione. Dopo il Congresso luternaziona]c, avemmo, con Francesco Ghezzi so• pratullo, che era con noi ritornato dalla Uussia, occasione di andMlo a 1 rovare Crequentcmente e cou assi– tluità seguire le sue conferenze e cosi lo conoscemmo piì1 profondamente ancora come uoino, come militan– lc e sopra1u110 come pensatore. D'al– Jora, lo seguii con vivo interesse nel– la sua vasta produzione inteJlcttua– le che, fra O(mscoli e libri, è vera– mente considerevole. La sua vita Ho sempre pensato che l'opera di un pensatore e il lavoro di un propa– gandista, sopratutto d'idee cosi ele– vate come sono quelle aoarchiche, ri– sultano sempre piit chiari e com• llrensibili se di ]ui si conosce anche 344 la vita, ragione per cui così spesso mi sono soffermalo a studiare la vita di quasi tutte <1ue!Je personalità il cui pensiero mi ha interessato. Così ,ni soffermerò ancora per un mo– mento su quella del Rocker. llerchè 1ni pare talmente caratteristica ecl im1lortante da divenire essenziale al– la comprensione cli tutto il suo s,,j. lu1>po cuJturalc, alla sua spiccata tendenza a partecipare al movimen• to operaio, ed infine perchè la sua vi– ta slrettamentc compenetrt1 e divie– ne tutt'una col.la sua opera e vice– v1;rsa. Vi è un episodio nella vita del Ro– eker che ci dà forse l'esatta misura, oltre che della sua forma volontà, anche del.In sua capacità, cd C quel– lo che lui, non di razza nè di cul– tura ebrea, quando la necessità si presen1ò, senza esitazione assunse la red11zione cli un giornale ldi:,ch. Quando, dur:mte i ,,rimi anni del– la sua perm:mcnza in Jnghiltcrra, gli opcr:ri di lingua ydiscli ebbero biso– gno di un redattore per un loro gior– nale che dove,•n iniziare le pubbli• c:1zioni a Li,·erpool, si rivolsero al Rocker che pur non conosceva l'y– disch. Senza esitazione il R. accettò, e d'nllora non solo scri,·e ydisch ma è diventalo uno dei migliori scrillo– ri in lale lingua. Su questo partico– lare episodio e snlla sua r>oderosa al• tivitù giornulistica egli parla luuga– mcnlc nel secondo dei grossi vo– lumi che compongono la sua auto– biografia. Ma in una lettera dala• la del 9 dicembre 1951, me ne par– la jn modo succinto, come se fos– se cosa di 1>ocn importanza, ma tanto chiaramente che merila d'esse– re riportata, anche perchè in essa è fissata la prima partccipuzione alla attività giornalistica. Ecl è di là che
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