Volontà - anno VII - n.6-7 - 15 settembre 1953
d1111'ateismo; Voltaire stesso era un deista. Però, ciO che distingue il «. 'festa• mento» <li Meslier da tanti nhri scritti sociali del XVllJ secolo, è il suo richiamo all'azione e alla rivo– luzione. Jl suo libro è indiriz.-:nlo ni suoi J)Urrocchiani e li invita 11d ugi• re una buona ,,olta a insorg<•rc per la costruzione di una societì1 libera scnzi1 allcndcrc che altri focesS(' ciò per loro. « La voslrtJ salt:ez.:t1 è nel/e vostre stesse mcmi. L11 vostra libera::.io11e 11011 dipencfo e/e, 11esswi altro se nort cfo voi sl<'ssi ... U11i1evi, d1111qu<', po• t>olidi tutlo il mondo, se siete sag• gi,j unitevi se <wetc dello spirito pn liberarvi dcllc vostre counmi mise• rie, !,,sorgete, prima <li tutto comu.• niccmdovi iii segreto i vostri pen.sieri e i. vostri desideri. Diffo11deteli ovun. que e il pi,ì 11bilme111c che potete; per ese11111io, scrivendo co.m simili a <1uestc, che /llccimro conoscere o tut• to il momlo le, falsità del/.' insieme degli errori e delle superstizioni del– le religioni, le qullli giovmw rtll'o• e/iato govemo tirmmico dei principi. ~ d<>i re della. terra. Conservai.e nel– le vostre numi i prodou.i e le rie• chc::.::e che voi producete in CO.!Ì gran• cle abbomlm1::.a col sudore delle vo– stre mani. te11etele per voi e per i vostri simili. Non clate 11111/a quel– lo razza orgogliosa e inutile. genie debole di ncJsuna utilità al moti• do... ». 8on si tratta di ampollosa retto– rica incendiaria. t un piano per In rivoluzione. Non è ,1uestione di con– d•: f'rtMom. Voi. 15. n. 33. Londra, 15 150;;10 1953. c1uistare lo 51.ato ma eempliccmentc di mcllerlo eia parte. Questo mess:1ggio anarchico non fu .accollo dai parrocchiani di Etré• pigny nè (la nessun altro. La hor• ghcsia che fece c.ircol:1rc il e< te– stamento l) ebbe• curn di scegliere le parti che le foccv,mo comodo. l\'la Meslier ebbe la sua rivincita, e ,1u:.mclo i contadini, duranlc il cor– &o della ri\•oluzionc, sorsero e di– slrusscro per sempre In potenza d('i signori feudali, essi obhedi,•nno senza saperlo all'appello che Meslicr a,·e• va loro lanciato scssant"unni prima. Ciò che rende il « tcslamcnlo >► di Mcslicr così suggestivo t: il fotto fhe anzichè partire d11ll11 fìlosofìn o da qualche concezione idcalislica del– l'uomo ({ t11lo sii/lo di. 11<1tur<1 >►, egli basa le sue lcorie sugli uomini c·o. me li ha conosciuti. Egli non so– stenne che gli nomini erano nalu– rnlnwntc dotati di una bontì1 sovru– mana. l\fa considernl'R che certi uo– mini sono, per temperamento incfi. ne ad 1111 « ,lo111i11io im1>erioso e ti• r<umico » mentre altri sono « piti s11[:!gi e meglio i111e11::.iom11i ». Egli sape\'a :uwhe che la complcs– si1ì1 morale degli uomini non im1,e– discc che )a vita tlcll:1 comunitì1 sia nell'insieme felice. Questa visione rcnlistica rende il suo I ihro convinccnlc molto pili fl1c le utopie autoritarie del suo tem1)0, in cui esserulo ciascuno soltanto una ruota del meccanismo !lOtcva dirfi. cilmenle mancare di apparire l'Ìr• tuoso. ARTHUR w. UJ.OTH 333
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