Volontà - anno VII - n.6-7 - 15 settembre 1953
logic:nncnte. « Tutti lumno uguale dirillo di vit)(!r<'e di cmnmim,re sul– lct terra, i,,gw,l diritto di godervi la naturale libertù e di llvere uguale parte ,lei fruui. ,l<•llllterra; fovormi• do profiuevolmm,te, ognuno avrti le cose che souo 11cccunric alla vita». Egli ap1>licò il suo comunismo an– che alle relazioni sessuali. « Se gli uomini non rn,d,•ssero i loro uwtri– mo11i i11di.sso/11bili come /anno orll, e $e "l co11tmrio f'ss,:htsciassero scm• pre le, libertà di unirsi insieme, cfo– scmio seguentlo Jr, pro11ria i11cli11a– zio11c, e fo libertà di septtrarsi q11a11- ,lo 11011 potessero più sturc insieme, o quando il S<'11time1110 suggerisse loro di formare ,m'altra nuovn 1111io• ne; ccrtm11e111e non si. veclrebbero l(111l0clisordi11c e lrmti. litigi. Irti 110- m ini. e donne. Essi godrebbero i loro 1,i11ccrip(lcific,,mentc e gaiamente, 1>erc/1èresterebbe .i<'mprc la buo,w nmicizia. clic S(lrebbc il prillcip(l/e motivo dellll loro ,mione. e sarcbb,? un grw1- beneficio per css·i come per i bf1111bi11i clic Srtrebbcro allcvttti col concorso ... dei b<'ni com,mi. e pub– blici ... ». L'ideale cli Meslier era una socie– tà costruitn di cornuniti1 contadine; la terra di ognuno 1>ostajn comune, concalcuatc in conformiti1 del bene– ficio scambic,•ole. Egli non ricorse ai libri dei « filo– sofi » nè alle rei.azioni di via~gi tra i popoli selvaggi. Egli fondò la sun utopia sulle comuniti, contadine che egli vedeva intorno a sè, di cui ri– mane,·ano ancorn tracce , 0 isihi.li del– la stw organizzazione, per <11mntola loro forma eomplelt1 Cosse sommcr• sa dal sistema sociale esistente. La sua società ideale era il soguo del popolo tra il <1uale vive,•a. Il 332 ,,roblenm delle città egli lo toccò so– lo di sfoggitn. Non p:1rlò dell'i0<h1- stri11 e della classe del.I' artigianato, ,: per conseguenza anche il commer– cio non ha :ivuto posto nella sua CO• nmnità. Gli ntti di scambio sono ri– dot1i semplicemente agli aiuti che una comunità di, :td un'ahru in caso di bisogno. La sua negligenza H'rso !"industria è 11111':11 pili rinmrchc,•o– lc, se si considera che vi ern una brC\'C clislnnza trii Etrépigny e le importanli drnppcric <li Scdan. Nel li12, 1713, ]729 (anno in cui muore Alcslier) ;,.i ,·erificarono scio– peri tra i tagliatori di panni. Essi focero gran rumore. Jl pili im11ortan– lf' fu quello del 1712, in cui 1200 la– voralori si tro,•urono fuori dei laho– ralori a caustt di 400 tagliatori che crnno in sciopero. Sembra probabile che Mcslicr idf'ntifì(•ue~e la r:11ì1 <'OI <·cntralismo e lo Stato che egli tan– to detestava. Comunque fosse, nella socictì1 che egli proponc\'u non c'era posto per lo Staio. La sola forma di autori1ì1 thc egli a\'rebhe permesso era <111el– la morale dei pii.1,·cechi e della gen– ie piì1 ricca di esperienza. Che que– sta autorilà potcs....llC essere tiraonica egli lo amme1te,•n 1 nrn ,,ensm•a che ciò era inevitabile. A pari.e ciò, le sue idee surehbero considerate trop– po avnnzntc uncor11 oggi dn molta gente, ad eccezione degli anarchici. Egli era cerlamcnte troppo in an– ticipo su Voltaire il quale non rese un buon senizio ali' umanità 1mr– gnndo il libro di Meslier e alteran– do i I senso della sceh.a che ne fece. Voltaire, come degli altri filosofi, accettava lo stuto come qualcosa di ormai cousolidato. Molti filosofi di allora non si discosta\'ano lroppo
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