Volontà - anno VII - n.6-7 - 15 settembre 1953

non dir altro, si ricordi che in Inghilterra solo iJ 6% della J>opolazione (_ .. impiegato nell'agricoltura; in Italia H 47%), Questa è la ragione per cui dilungm1doci nclJa descrizione delle strut– ture che assunse la società spagnola in un momento di crisi rivoluzionaria, crediamo di' avere esattamente adcrupiuto al compito che questo primo stu• dio si ripromelleva: non era possibile ]imitarsi a sgombrare il terreno dal– l'equivoco tiella città-giardino, ma occorrc,,a - a parer nostro - ~dditare esenq>i teorici e concreti di ristrullurnzionc sociale tali cla far riflettere quanti - .architetti e urbanisti - non possono essere sordi al 1>roblema di una societi, in sfocclo come la nostra di oggi. A una seconda parte che con– i rolli il sotlostrato ideologico delle pila importanti espressioni urbanistiche moderne abbiamo giì1 accennato; poi, verri, il momento della terza parte: nella 'situazione italiana, <111ali soluzioni possono essere 1•ropos1e? Soluzioni, è bene sottolinc,1rlo, non esterne .ii problemi c<·onomico-so– ciali ma organicamente inncr\'alc in <'ssi; soluzioni per le quali spunto e spinta viene precisamente <lagli studi - e dalle realiu;a;,,,ioni - tli una ur– banistica intesa non come descrit1i\'iti1 o conscr\'azionc ma come presa di posscsso di una massa cli fattori che, singolanuentc, non condurrebbero a nulla. E vogliamo accennare fin da ora che il 1,roblcma dell'urbanesimo non ci sembra, in Italia, così tragicamente impellente come in altrj paesi: lo è, se mai, <lliello delle zone depresse, dello s1•opolamento delle montagne, delle condizioni di \'Ìla dei contadini del sud. Si trait~, di ridistribuire, di ri1>las1.11arc, la popol11zione it.aliana nel suo proprio territorio: agenti a11ivi di codesta ridistribuzione non possono es– sere d1e I<• riuo11c organi==n=ionirurali e i11Clustriali le qu;di, con il loro mu– tar di sede, scco trascinano gli addetti :11consumo (cornmercio e assimilati) nonchè gli (< ~1111ministrntivi >l cioè gli adcleui all'tq>parato burocratico. Secondo <Jitali lince, seguendo quali metodi polrll compiersi eio? Lo sa1>pi:uuo: in Italia si de,·c co111piere una necessaria integrazione - nel nu– cleo familiare o meglio parentale - di la,,oro agricolo e di lavoro industriale. A ,,arie alcuni grandi complessi - discutibili dal punto di vistu economico, e quindi sociale; ac,·ettabili solo in fonzione di una f)Olitica semi:,utnrchica, quindi negati"a (cou1e indica la 111cntnliti1passi,,a e conservatrice che in quegli stabilimenti intacca anche i pili umili lavorntori) - che resteranno in vita in territori « adatti, che la nnlura stessa indica» (Kropotkin), è ne– cessario favorire con apposite norme legislative integrate, quando non de– terminate, da un ampio lavoro di propaga.uda, Ja diffusione deUa piccola e media industria nelle campagne. La moderna tecnologia non condanna que– sto decentramento, anzi lo Cavoriscc. E non si tratta, !accia_attenzione il lettore, di rinunciare ai vantaggi so– ciali (pur dipendenti da vantaggi meramellle economici, di profitto) che la Concentrazione industriale offri ne11'0ttocento e nei primi 40 anni del No- 319·

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