Volontà - anno VII - n.6-7 - 15 settembre 1953
(( La pratica deJla solidarietit si era estesa ad altri campi deHa vita so• ciale. Era Slata migliorala l'assistenza medica. Un medico dclJa località a,•e. va aderito alla C.N.T. ed in un congresso regionale convinse la maggioranza dei suoi colleghi aragonesi a seguirlo. Egli si mise immediatamente al ser• vizio di tutta la popolazione. La farmacia del paese \'Cnne socializzata. Ma non bastava. Si costruì un ospedale comarcale. e tulla la comarca ne aveva pagate e 1H1.gnva le spese mediimte doni in merci e denaro. Vi si erano già istallali quaranta Jctti circa. Un eccellente chirurgo catalano venne jn aiuto del medico del luogo. Si acquistarono apparecchi molto costosi. Gli stru– menti per la chirurgia, ostetricia, traumatologia, erano in numero suffi– ciente. V'era un ap1>arecchio per i raggi uhraviolctti; un laboratorio per le :urnlisi. Si siavano costruendo due padiglioni: uno per la medicina generale, l'ahro l)er la profilnssi e l'igiene, nel <1unleavrebbero funzionato una sezio– ne 1wr la pediatria una per In lolla contro le malattie veneree: L'interesse cli molti com·erge,,u sullu ginecologia. Fino allora alla nascita dei bambini 1Hesiedevano donne dotate cli conoscenze empiriche, ma prive di mezzi tee. nici per intcn·enirc nei casi difficili. li chirurgo catalano iniziò presso i .-,uoicompagni resitlenti in ahri comuni una campagna perchè le donne in procinto di partorire fossero urnndate all'ospedale, ove si sarebbe meglio provveduto nlla salute della madre e del bambino. « L'organizz.nione cli <1uesto os1)edale era certo opera dei due medici, che se ne occupavano con tanto entusiasmo; ma anche della colleuivi1à che ne aveva preso In iniziativ:i e Jo sosteneva finanziariamente. I miliziani ,,i erano assistiti come i civili; tutte 1c cure erano gratuite. Lo spirito di soli– dnrielà s'era csleso oltre i confini della comarca. Provenivano mUlali da tutte Je 1,arti, Vi era inoltre un servizio di consultazione cui accorreva gior– ualmcnlc una media di 25 pazienti )>. 6) - << 1° - Il principio giuridico delle Collettività era completa– mente t( nuovo)>. Non erano nè (< i! sindacato» nè « il municipio>>, nel senso trndizionalc delle parole, e neppure il 1111.micipiodel Medioevo. Tut– tavia. erano f)ii1 prossime allo spirilo comunale che allo spirito sindacale. Le Collct1iviti1., spesso a,,rebbcro potuto chiamarsi ugualmente Comuniti,, com'è il caso di quella di Jlinefor e costituivano ,•eramente un lutto nel quale i gruppi professionali e corporati,•i, i servizi puhhlici, gli inlercambi, le funzioni municipali restavano subordinati, dipendenti dllll'insieme, quan– tunque godessero di autonomia nell11.loro struttura, nel loro funzionamento interno, nell'applicazione dei loro compiti particolari. 2° - Malgrado la loro denominazione, le Collettività erano pralicamcn– te organizzazioni Jiber1.aric comuniste, che applicavano la regola: « da ,·ia– scuno secondo le sue forze ed a ciascuno secondo i suoi bisogni »; sia per la quantità di risorse materiali assicurata a ciascuno dove il denaro era abolito, sia per mezzo del salario familiare do,•e il denaro è stato m:rntenuto. li me– todo tecnico differiva, ma il principio morale e i risuhati ()nttici erano i medesimi. « Quesln pratica ern in effetti senza eccezioni nelle Collcttivi1ì1. agrarie; 316
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