Volontà - anno VII - n.6-7 - 15 settembre 1953

quotidiana primn che di teorie, può nvere dalla pratica continue f'onfor– me, che son poi conferme all'aueg– giamcnto anarchico. Quando si nhbiano, cos.i, chiari non soJo ·i cnratteri ma anche le ra– gioni <lell'ntteggiamento nnnrchico, [acile diverrà poi oricntnrsi nella ,•ita prat.icn - la quale ci chiama a ,·otare non soltanto per i Municipi o per il Parlamento ma anche in tau. li altri casi, in cui v'è una ahcrna– til'a pos~ihilc - cioè si può agire pcrchè la votnzione non conc1mla co– ~1itucnclo un'autorità. Le .elezioni ,u•r le Commissioni In– terne ,li f"bbriclt: ecco un caso tipi– C'O. in C'ui non potremmo assumere 1rnsizioni coslruttivc, insistendo - C'Ome « cle11ori » - per l'abolizione delle liste di partito, per la rotazio– ne degli inl'arichi, per i tani.i altri modi in cui la C.T. può clivcnire <lav– ,·cro una dirclla mandalnrin dei la– vora1ori, senza costituirsi nessun !lO• tcre proprio. La pnrtecipnziouc ad associazioni per ~copi che siano nnche nosl ri (per il ('Ontrollo delle nascite, nd es.) O!l· pure per In laicitì, della scuola, 01•· pure per qualunque ini?.ia1iva con– <'rcta che interessi il nostro quartie– re o il 110.:tro villaggio o la nostra <'it1ì1.01>pure 1111coraJ>er l'esercizio di un'attivitì, ilrtcrminata come un club tli <'Sf'ursionisti, circoli tli lc1- 111rae co1wcrs11zione, ecc.: rc-co al– Ire aperturr J>er un'azione sociale 11ositiva - e noi potremmo tlalJ'in– terno delle associazioni - in <1uan- 10 ad es. « elellori » dei Comitati c– seruti\'i - spingere pcrchè anche in t'Ssi 11011 si formino autorità, anzi vi si :1lternino lutti gli adcrrnti voglio– si di lal'ornrc. Sarebbe aHìnc possibile uscire dal. la condizione di immobilirà sociale in cui noi stessi ci condanniamo, pur s111>endoche le nostre idee non deb– bono comlurre nè aU'isolamcnto dcJ– l'asccta nè a <1ucllo peggiore elci su– lK'ruomo, anzi debbono e possono trovare lu loro riprova solo in ,1uan- 10 ci aiutano u realizzare un massi– mo di a1tivi1ì, sociale. E In genie rfìniri1 così di lrnllurci tli ((utopisti>): e noi stessi a,,rcmo una certezza di noi tanto 1>ii111ro– fonda, e saremo tanto llii1 forri nel– l'orlcrarc (1uo1idin110. I'.: per In mancanza di tale a1111a– lizzuzione delle idee, non JlCr uhro, f'lt<· bravi cornpng:ni si son lro,,at-i lra~cinati a volare. Non è stato un orto ponderato, il loro: è slata la fo1- possihilitì1 di prendere in quel caso, Ira il dilagare delle contrastanti pro– llagnnde, una decisione dh·ersa, a causa della muucnnza di allenamen– to nel ponderare i problemi ('Ottnes– !li con il funzionamento dei l\funici- 1,i, del Pnrlam('nto, di tntli i mcc– c1mis1i1i clcllo Stato. In (lm~s10 senso siamo tulli re• Sllonsabili. Ed in ,1ue11;to senso tlohbiamo lutti ('Onlribuire, contribuire con riflessio– ni chiare non impantanate a llriori in Tdeologia mn anzi all'origine scm– prr ben ncl('renti a folti. "\Toicerchiamo lla sempre di fare il 11ocoche r>o.:siarno in c1ucs10 sen– so. Tnvi1iamo tutti a colJnhore. G. ll1rnNER1 - C. ZAcCAJnA 307

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