Volontà - anno VII - n.6-7 - 15 settembre 1953
lu loro condotta con le idee troppo di fr<'.:co lane proprie, e che non è facil<' tradurre in un conseguente at• 1eg~ia111cu10 pratico) che vanno a vo– tare. E su qucsli episodi si realizza, senza intese, epontaneamcnte, una cpecic di congiura del silenzio. Non se ne parla. Si e,'lta di discul.ernc, anclu.• se in privato si dice che han fatto male (o, talvoha, che han fat– to bene). Bi.!logna im•ece a,•er coraggio di parlarne. Non per fare ·il procc&SO ad A. od a Il. 1 1>rocessi sono in sè un errore, per un anarchico: la mas– sima pratica elementare clic dovreb– be sempre animare la nos1ra condot– la è, prima fra tutte: non farti giu– dice del tuo compagno. l icnle quin– di processi a quesla o <1uella perso– na. Ma sì coscienza ciel folto che quando tra noi si producono tlevin– zioni od errori la sorgente non sta nelle poche persone cJ1e vi son ca– tlu1i dentro. sta anzi pro1nio in tutti noi. Siamo noi, noi lutti insie1nc, che coslituinmo la causa degli errori di .\ o di B. I:: ncceMario fare uno sforzo per ,·eden-. chiaro. Giit nel lontano 1898 Merlino a,•e• va C't'rc1110 di conciliare in certo sen– so J"el("ttoralismo con l't1narcl1ismo, dare un fondamento leorico all'at– leggiameuto !luo di partecipante alle elezioni. Ma il solo risultato fu che allora egli non venne pii1 considera– to anarchico dall'insieme dei mili– lanti. Di questa rhe potrebbe dirsi una re1nilsione istintivn un saggio pi1'1re– cenlc si è avu10 alla conclusione del– la ricordala polemica sulle eler.ioni del 1936: M. Sar1i11 chiudcvn una sua risposta a Berneri con una 11fTern111- zione ne1tissima: .e ... 110n. è proprio il caso cli formu• lare scomunicl,e, ma l'anarchico c/1(• va a votare e coucorrc alle ele:iorii cli cmtorità politiche è un. ittdivit/110 che fa opera contraria a quel che dice di professare ... ». 1 Chi tra noi può eMCre di diversa opinione? V'è da scommettere che anche A e 8, i c1uali hanno volalo nelle ultime elezioni municipali o nazionali in Italia, si dichiareranno d'accorcio, se si 'Sottopone loro tale d.ichiaraz:ioue. li guaio è che bisognerebbe pur cercare un modo di 11piegare come mai, ad es., la stessa Mont.seny che nel '36 ha riSflOSlo 1•osì assoluta e sicura di sè all'inchiesta di « Ma1 Lejo » abbia poi acceua10 in pra– tica di diventare Ministro - cioè assai più di quanto accella un mili– tante che va a votarr. Ed iJ guaio è anche quest'altro: che c1uando cerchiamo di ronvincc– re un amico che andare a ,,otare t.· un alto o inutile o negati,•o. ci tro– viamo sempre di fronte la slessa ri• sposta: avete ragione, ma non mi llCrsuadete. I vostri argomenti non sono su.(fìcienli. In conclusione, il folto è che di, parte nostra non si lavora abbastan– za a definire criticamente lr ragioni del noslro astensionismo, mcntrr In stessa llralica correnlc del ,,arlam<"n• larismo offre mille spunti per r<"n• der ragione - e coslrut1iv11111enl<", non su.I terreno solo ncg11tivo - th_•J. la nostra insis1cnzn conlro gli is1i. 1u1i cosidetti rappresentativi, contro 1 t'Admwtfl, 25 111)rile 1936. 305
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