Volontà - anno VII - n.5 - 15 luglio 1953

trattori ha in1rav,•is10 l'uomo o l'o• pera sotto aspetti molto differenti. È cerio clie le lodi vanno di 1mri passo con li> diffamazioni ed oggi ancora gli educatori conlinuano a presenta• re ai giovani un Rabelais talmente JlUrgato che fa pietà sentire come parluno di un'opera cosi piena di vita e di filosofia. Rabelais è doruinato non solo da un'ardente passione per la scienza ma anche, ed è ciò che vale di pii1, 1>er la libertà di pensiero che egli esalterà con una gaiezza che nessuno aveva fallo prima di lui. Tutto questo sembra pericolosa. mente rivoluzionario, così si conti. nuerÌt a dt'formare gli scritti o a la– sciare susiiistere leggende grottesche accreditate stupidamente nel corso degli anni, con ]a com1>licitì1 dei ~raneli e con queUa dei valletti Sf'r– vili, dt'voti all'ordine costituito. La lll?,nia di tulli coloro che sono fedeli al passato è sempre staia quel. la. di ridurre e di purgare: persino Anatoli' France, un giorno facen– do una conferenza su Rubcl:1is da• vanti ad un elello uditorio di Bue. nos Aires e di Montevideo, incomin– ciò con un piacevole 1>rt'umbolo che inCorruuvu i suoi ascohatori che egli prendcre'bbe tutte le precauzioni per evitare di offendere il pudore pili ombroso e le orecchie pili suscetti– bili. Cosi, dum1ue, Rabelais può anco• ra scandalizzare ai nostri giorni <1uel mondo di ben pensanti che, purlrOp• 1)0, è senza cervello e senza giudi– zio. Avrebbe potuto scegliere un al. tro soggetto, quel Crainqucbillc del– la convenzione e dei pregiudizi, ma I' abiliti, di Anatolc France è così srandc che di un'esposizione sca• brosa ne fa qualchecosa cli presenta• bile persino a dei catecumeni. A che cosa serve, la pcrlezione di. stile, la focilità oratoria, se divenla• no com1>lici indirette di un pensie. ro che non osa esprimersi in tulta Ji. bertà? Ho molto apprczzuto le riflessioni di Paul Soutlay il <1uale ricordando il Rubelais d'Anatolc France, dice: « L" su" filoso/Ì<I 1w1umli-sta o 1rntu– ri.st ", is/JÌrata direttt1111c11tcall'anti• cl,irà, chiudevt1 il me,lio-evo ed i,um. gur<wt1 il. pensiero moc/erno. È un po' comico prctcmlere che egli non fosse un pensa.tore ... Dispi"ce che À· natole Fmncc, per delle convenfon:e loculi, ubbia qw,si fatto delle conces• .~iOt1i )). I Rabelais ebbe molti detrattori cd io accennerò a qualcuno di quei val– le11 i che presentarono Rahclai.s co– me un monaco scettico, buffone e cinico, personuggio poco raccoman. clabile, fuori programma per certu• ni, che hisogn.wa meltcre in quaran. tena ed i.,npedirc che la gioventl1 sfogliasse le pagine truculenti della sua opera. Si ricordcrì1 che Ronsard lo dipin. se come un ubriacone ed una specie di Panurge; pili vicino a noi un La Bruyére non polè perdom1rgli di a• vere seminato lordura nei suoi scritti, ed infine quel triste Brune• tière scri.ssf': I( 1-lt, merituto r;era. me11te di essere chiomato l'incm,ta. tore dello cmrngliu » e con1inuerà aggiungendo: 1( gcllt1 sullfl sue, 01>e• m delle numctte cli frmgo che si scll• vulcano otturwulosi. il ,wso )), Si può constatare che in tutti i secoli <1uando si è trattato di climi• 1 Candide, li aprile 1929. 275

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