Volontà - anno VII - n.5 - 15 luglio 1953

Ma tutto quc;;10 (che riporliamo, come il seguito, dall'unico libro <'Si– ~tentc che traiti 1:on verità d'accenti simili argomenti: Nè Frrmco nè Sta/i,,, di Gaston Le"al) era possibile perchè non ci si era limitati nel abolire la pro1>rietà J>rivata, individualistica; bensì. si era anche innovato ristruttu– rando in modo aperto, i:ton autoritario la gestione delle società ferroviarie e tramviarie. Quest'ultima era così orga1tizzata: « Nel cantiere centrale c'era un delegato per ogni sezione: meccanici, falegnami, verniciatori, saldatori, ecc. Tutti i delegati però non erano no– minati da assemblee separate di sezione, bensì da una assemblea generale (altra pro"a, questa, di superamento dello spirito corporath•o). A loro volta i delegati deHe sezioni nominavano un delegato generale che manteneva il contatto diretto con il Comitato di gestione. « Quest'ultimo che dirigeva l'insieme <lelle attiYiti, si componeva di cin– que membri ed era eletto dall'assemblea plenaria dei la,·oratori. C'erano: I delegato per i meccanici, l per gli elettricisti, 1 per i conduttori e i fatto– rini, l per le s<1uudre volanti c l per 1a contabilitit. A fìam:o di ognuno v'era un inf[egnerc s1>eeializzato. Attraverso la tr~fila dei delegati spesso giunge– "ano suggerimenti di utili iniziati\fe ... Anche gli iDgegneri potevano avan– zar~ proposte; pcrchè. se non erano dei capi, neanche erano dei subordinati, bensì fra compagni ». (T ferro,•ieri avevano hlocc11to i sUlnri a 500 pcsetas mensili ... ma .t;!li ingegneri ne Curono concesse 750, pcrchè t< si comprese che l'intellettuale deve soddisfare bisogni spirituali e necessità d'inlormazioni culturali che causano spese nrn che, infine, tornano a vantaggio della societi',). <e Nel compito comune ognuuo diventava parte atti,•a, interessata - poc.:o o molto, nrn sempre e direttamente - allo sviluppo e perCezionamento della colle1tivitZ1.Il senso de]fa responsabilità arnva sostituito la disciplina ammi– nislrativa e la sottomissione gerarchica ». 2) - Questo nuovo modo di vita associata inves1ì pressocchè 1u11i i cam1>i,e ne daremo esempi concreti ora descrivendo l'organizzazione gene– rale di alcune regioni ora particolareggiando su clcterminp.te località. JI rap– r>ortotra il sot1os1ra10 sociale e l'e"cntuale espressione urbanistica (che non 1>otèestrinsecarsi a causa della vittoria (ranchis1a) ci sembra <'Ontinuamente e\'idcnte: e se a,•essirno maggiore libertit di spazio - 5(' non fossimo in sede Jmramente indicativa - citeremmo lungamente, per esempio, dalla nuova organizzazione sanitaria sindacalizzata e socializzata, che implicò tutto nn dh•erso modo da queJlo usuale di risolvere il problema dell'assistenza sa– nitaria (onde una diversa imJJOStazione degli ospedali, ambulatori ecc., che ci sembra da sottolineare 1>er i lettori cui specificatamente ci rivolgiamo). Ma vediamo una cittadina cataJana, Granollers, di circa 18.000 abitanti: « Il 22 luglio, tre giorni dopo lo scoppio della rivoluzione, operai e ca– pimaslri decisero d'accordo 1a socializzazione dell'industria edile. Gli operai grafici, i calzolai e gli impiegati delle calzolerie seguirono il loro esempio. Le altre corporazioni li imitarono ben presto. Granollers dunque si socia. 241

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