Volontà - anno VII - n.4- 31 maggio 1953
aoh'ere il problema della terra ma di « creare un'atmosfora » in cui il p0,, polo stesso ne im1>ianti senza violenza la soluzione. Parlito due anni fa, viaggiando sempre a piedi e con un piccolo va– riabile gru1>1>0di discepoli, egli ha dapprima incontrate le rivolte susci– tate dai capi PC in una regione dello Stato di Hyderabad, in cui una vera e proprin guerriglia-con-generali s'era sviluppata, col risultato di 3000 morti già e di 35.000 <C rossi » in prigione. Cominciò allora, poichè ]a semplice predicazione della non-violenza non dava alcuna concreta via d'uscita, a chiedere a chi possede,•a terra di rinunciarne una parie per darla ai con– tadini poveri. E nac<1uecosi il f< 13umidenyagna » (offerta sacrilicule di ter– ra), il moto che Vinoba Bave hn suscitato :mdando (giì, per 10.000 Km. tutto a piedi) di villaggio in villaggio, di città in citti,, e per cui già più di 1.000.000 di acri (circa 400.000 eltari) sono stati « dis1rihui1i » a fami– glie nullatenenti. Connuiscono in tale molo, è ovvio, elemenli anche con1rnstan1i tra loro: In fHtura dei grandi e piccoli proprielari che « danno» una parte per timore di perdere il tullo, l'amore dei piccoli e grandi proprietari che « danno)) perchè son persuasi c-he è giusto dare. L'animo del Marngià. che hn ceduto 100.000 acri, l'animo del Ministro che ha detto; ecco i miei 30.000 acri, prendete ciò che volete, l'animo del contadino che ha rinun– ziato ad 1/3 dell'unico acro che possede,•a: ecco tre momenti 1>rofonda– men1e d.i"ersi. Il moto, come tutti i moti umani, include bene e male. :Ma cammina. Il Go"erno di Nchru lo appoggia. Il Partito socialista indiano ]o ap1loggia. JI PC lo osteggia, naturalmente. Quale sia l'atteggiamento di altri gruppi non si sa, qui. Certo è che esso poteva nascere, e può svilup1>arsi in tali dimensioni, con tali prospettive, solo in im popolo profondamente imbevuto della con– cezione per cui la vila è essenzinlmcnte un comJ>Ìto, che ciascuno de\'e intendersi dedicato a « qualcosn » di eterno; che il pane è necessario e la casa ed i vestiti ma II nulla valgono se per conquistarli si perde l'anima propria. Non « risolverà i1 problema della proprietà Iondiaria » 1 nel senso che i nostri pianificatori danno a tale concetto, di rimozione organica e totale, in base ad uno s1udio a priori fotto dall'esterno, degli ostacoli ad un sano lavoro agricolo in cui i contadini possano vivere una vita umana. Ma si, come Vinoba Da,•e si propone, avrà contribuito ad orientare gli spiriti verso la soluzione. Ed in India ciò può veramente significare molto. Molto pii, che in Europa. MoltiMimo piit che in Italia, s'intende. Anzi in Italia un'iniziativa come quella di Vinoba Bave servirebbe solo a dar lavoro ai giornali umoristici, dapprima, e poi probabilmente aggiunge– rebbe nn ospite a qualche clinica per le malattie mentali. P. B. 210
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