Volontà - anno VII - n.4- 31 maggio 1953
desto decentramento, cioè il pullulare di industrie eguali in pacsei diversi, non è un tipico esempio di anarchia capitalista della produzione che, priva di un piano, s'impiccia e inciampa e confonde? Kro1>otkin non dovrebbe, da buon socialista, considerare un male, combattere questo decentramento? Oppure il suo socialismo (anarchico) ha questo di particolare che cerca di aderire aUa reale realtà delle cose Don a una loro sofisticazione (scientifico. economica): il decentramento è un bene se cosciente, se nel contempo libc. rato dall'entrave del profitto, se « armonizza » le industrie in ogni luogo; al• trimenti si è proprio in cospetto della tipica anarchia capitaJistica della pro. duzione (e vedi Proudhon, in argomento). Non per nuJla qua si ripete (con la solita venatura primitivistica) che « se si Canno uscire i po,•eri d.-lla miseria» ogni paese (ogni regione.comu– nità?) 1>uòbenissimo produrre a sufficienza per i propri consumatori. L'agricoltura ce Ja Carà a produrre dovunque per i pro1>ri consumatori? K. dedica 150 pagine a una indagine che non ci interessa altro che come in– ,dicazione di lavori collettivizzati e (ederalizzati. Ammesso che l'agricoltura ahbia queUa capacita, si passa a esaminare la vita agile e 1nonta delle piccole industrie sempre pilt prospere nono– stante il parer contrario degli economisti ffstrntti: è vero quello che dicono gli economisti - classici e socialisti - che si va verso una concentrazione in grnndissime industrie estremamente spccia]iz1.a1e; oppure è vero che nonostante il sistema economico capitalista (op1>ure, a causa di esso; e scom• parirnnno con l'avvento di una societì, socialista) la piccola industria vive e prospera, è un elemento fondamentale della vita economico-industriale ciel mondo? L'indagine economico-statistica aggiornatissima e informatissima sembra dargli piena ragione. Evidentemente però oggi millenovecentoeinqnnnt.adue altri studi egualmente approfonditi dovrebbero conformare se il moto di concentrazione e di ingigantimcnto deJle industrie si è esteso o se va Sj>C• g:ncndosi: perchè siamo fuori dal campo dell'opinabile, e per quanto possa essere bello sognare un mondo libero e fermentante grazie a una struttura foderata non. politicamente si economicamente (produzione e consumo col– lettivizzati) quel che importa sta neU'appurare sia come ci si possa arrivare, a codesta società, sia in qual maniera vada componendosi il nostro am. bientc: certe forme scompaiono per sempre ... non scompariranno, per caso, 1>roprio quelle care a Kropotkin? L'artigianato, per esempio, muore o no? In tante cose è morto, Kropotkin non lo nega. Del resto egli lo so– ,stiene non in tutti i casi, ma quando è più utile e tecnicamente e wnana• mente (non economicamente, perchè allora varrebbero i termini delJa eco• nomia classica basatll sulla proprietà e sul profitto individuale o deUo stato). Dovendo costruir navi, per esempio, la grande industria è indispensabile. t indispensabile anche per (are fronte alla domanda crescente di pro<lot• ti utili. 206
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