Volontà - anno VII - n.4- 31 maggio 1953
.dere, se non erro, la stessa cosa: una societìl avvelenata, schiavizzata, dalla sete di « possedere ». Come si sblocca una tal situazione? Marx - ancora - dice che il di. venire economico (lo svolgersi ineluttabile delle forme di produzione de• scritte nell'economia c.lll88ica) renderà insostenibile « un certo giomo » i modi capitalistici; K. inclina a una visione ott.imistico•sociale, nelJa quale il suo mutuo appoggio parrebbe pili del solito in !unzione astrattumente de. terminante se non ci fosse quella apertura « l'uomo crcc, veramente solo in libertà». Ecco« il Care», i.I concreto: nonostante i pericoli irrazionali che insidiano codesta posizione la ferme:r.za tecnica del Nostro assicura che a sciogliere gli impacci attuali non sarà un misterioso calore trascorrente nelle vene sociali, o meglio spiega che i.I punto di fusione è ruggiunlo a forza di energici interventi del lavoro umano sulla natura. Come l'uomo, così le nazioni rilullano al.la specializzazione. Ognuna d'esse è costituita dalla combinazione di pianure, montagne, climi, 11cque, deserti in cui trovano ambiente adatto per tulle le specie di produzione, non una sola. Davvero agricoltura e industria nonchè se1rnrarsi debbono integrarsi vic(•1ulc\'ol111c111t~. Con gituli7.iO, come sc1111,re;K., non è un uto11i:,t11,rico• uosce i diritti della tecnica moderna; Ca di lutto però affinchè non contra• stino con i diritti eterni dell'uomo. Cosi è 1>routo ad ammettere che ., una temporanea divisione di funzioni rimane la più sicura garanzia di successo per Ob'llÌ impresa « se1,arala :,i,, ma aggiung~ che le dh•isioni 1>erma11<'nti tendono a scomparire sempre di più. Ripetiamo: divisione del lavoro temporaneo, e poi integrazione del la– voro. Ovvero: << l'ideale della società è una società>) nella quale l'uomo è la,•oratore manuale e intellettuale, industriale e agricolo nel contempo: una socielà nella quale ogui aggrn1>pamen10 d'uomini (u e la regione è misura migliore della nazione :,i,) « produce e consuma la maggior parte dei suoi propri prot1otti agricoli e industriali». Non è una visione molto incoraggiante. C'è da lasciur cadere le braccia e non proseguire ... che sarebbe un errore. Intanto per la serie cli domande t1111·a1troC'he inutili cui l'accetlazione intc~ralc di codesti concetti avvia: si tratta di pure affermazioni « di lolla» contro il crescente industrialismo? cos1i111iscono un tipico esempio de11'anarchismo « spezzatore e rivoltoso», affat10 costruttivo? non si potevano indicare mo<1i meno primitivi di orga• nizzazione (?) economica ... ma poi, sono proprio primitivi codesti modi o tali ci ap1>aiono pcrcht' non abbiamo ocelli lauto potenti da vedere al di là di « quest.u » società? E infine: possibile che la scomparsa di una società basata sul profitto porti a questo e a nienle altro? Forse che non vedemmo quanln nttiviti, Pxtra•m.oeniu ebbero le cillà medioevali ... Appunto: l'autarchia occhieggia spesso nel volume di Kropotkin. Ma egli anche dic,~: Lo sc-..umbionon è cerio abolito. Forse, anzi. crescerà di im1>ortanza. Ma non saremo pii':1di Crontc al1o scambio for:;c,to del capita• Jismo « causa princi1>ale delle guerre», bensì a un concreto scambio d'uo. 201
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