Volontà - anno VII - n.4- 31 maggio 1953
tativo delle Comunità paesane di (( organizzare una stretta unione di aiuto e di appoggio mutuo JJer il consumo la produzione e la vita sociale nel suo complesso »; abbondano g'Ji esempi, nel testo di K., dcU'interesse che si ebbe nelle città medioevali del Centro Europa (in tutta Europa) non sola– mente per ]a produzione ma anche per il consumo, « garanzia » egli dice l< della produzione » ( che è un concetto molto moderno, e molto utile nel di,•enire attuale delle Comunità): mentre Je pure liherlÌl politiche non in– teressavano, o riuscivano incomprensibili. Gli è che quest'ultime acquistano un certo significato solo allorehè lo Stato (nella sua veste di rappresenlante dcgl'iutcressi della classe in quel momento dominante) le offre in sostituzione di tutte le altre libertà ben pili concrete; e allora era invece possibile raccogliere la vita sociale delle città in organismi federati sia per il lavoro sia per l'amministrazione; in gruppi ognuno dei quali era, nel proprio interno, autosufficiente e libero ... Prefigu– razione, forse, delle Collettività agricole e industriali, dei Gruppi di lavoro, delle Comunità, dei Consigli, di tutti <1ucgli organismi, insomma, nei <1uali riteniamo siano racchiuse le uniche possibilitì, odierne di rinnovamento e che Kro1>01kin avrebbe antivcduto? Nel capi1olo seguente (VI) K. documenta Ja libera e attivissima vita della città medioe,,ale. Interessante che per quanto si tratti di un prodotto naturale e non del risultato cli un piano prcstabili10, al di là deUe molte– plici differenze secondarie è riscontrabile una vera e propria identit;, di fondo tra le ciuà della Scozia, italiane, fiamminghe, russe. Ma sopraltutto emotivi i risultati: vivi, concret,i, come mostra l'urchitettura « arte sociale quant'altri mai >i che vi rnggiunse il suo piì1 aJto livelJo, e il non esservi esempi di << quei magazzini cli curiosità che &ono i Musei o le Gallerie Na– zionali. Si seol1>iva una statua, si fondeva una decorazione in bronzo o si dipiuge\'11 un quadro per mcllcrlo al poslo adulto in un monumento d'arte co1uunitaria. Lù era vivente, parte di un tutti.) >>. Però, come mai Lutto <Juesto edificio svlendente crol.lò? (u senza dub– bio la ricompensa dello Stato cli tipo Romano a Sllegnere il mondo ft'dera- 1izzato e libero, ma <1uale il perchè di questo ritorno? Nonostante che gli organismi dei lavoratori di allora fossero imparago– nabili con gli odierni sindacati 11r·ividi <1ualsiasi contenuto che non sia cli riflesso e litigioso, cioè privi di ogni attributo concreto, di ogni capaciti, au– tonoma, pure non riuscirono a irupedire quel ritorno. Come mai? Anzitutto, risponde Kropotkin - e nel suo dire a elementi storiografici marxisti si mescolano personali e importanti intuizicfni - le città perirono per non avere esteso i principi del mutuo appoggio, delle associazioni, delle federazioni a tutti; a forza di tenerli riservati per alcuni costoro di,,cnnero del privilegiati, dei padroni. Poi, grave danno recò alle città il non avere voluto curare l'agricoltura (i contadini) quanto il commercio e l'industria. E infine, certe idee che erano vive e attive nell'XI secolo tali non erano più nel XV... Ma attenzione,. 202
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