Volontà - anno VII - n.4- 31 maggio 1953

Molti studiosi, semmai, Caticauo ancora oggi ad avvetirnc la Slrnlturn estremamente libera: esempio mirabile le ghilde tempora11ee, che si cos1i– tuivaoo sulle navi, allorchè l'autorità del capitano era eselusivamenle nava– le; esempi raddoppiati e triplicati ogni voha che un pericolo o una mèta comune univa il popolo intorno n unn autorità revocc,bile, cioè v11lida solo per un fine (un fatto) ben determinato n priori. Tale ordinamento non im– pediva che la vita degli ascritti alle ghi:lde - anche lcmporanee - fosse pro– fondamente investita dalla esistenza di un simile rapporto: Kropotkin cita, fra molti altri esempi, quello di una ghilda danese nella <1ualc malattie, in– cendi e morti coinvolgono in una unica assistenza i vari « fratelli )1 e « so– relle », legati d'altronde dal fallo (simile in moltissimi casi) chf' i/. capi.– tale em posseduto in comune. li carattere « sociale» iniziahuente sbocciato dal fc,rc reagisce a sua voha snll'nmbiente: nascono le ghilde piì1 dh·crse. Si prolungano nei secoli quelle « per proCessione o mestiere ,,, ap1,aiono e scompaiono <1ucl.leche ripromettendosi un fine particolare (certa pesca, certo commercio) una volta raggiuntolo non hanno pii1 ragione di esistere. Vi furono persino ghil– de di servi (in condizioni e con intenti che ripetono pari pari quelli dei sin• dacati allunli), di 1>ittori, di 111cndican1i, fii prostilutc ... (vnle II dire che, talora, si lraltÒ di una regolamenlazionc orizzontale di situazioni sociali che non erano, dunc1ue. per nulla scosse). La novità, In scarica elettrica, l'nllo crf'ativo insomma ha luogo man mano (dal VI al XJU secolo) cJ,e la vita sociale si articola e armonizza in una vibrante (ederazione di piccole comuniti, di villaggio e di ghi.lde: si in,1aur:1. una forma su1leriore sia alle une sia alle altre. <1uelComune (iu ve– ro una Comunità piie piena e cosciente) che ne è la resultanle federata, di. &tintivo per la caratteristica della auto-giurisdizione rispcllo agli altri Co• muni, non a uno Stato allora inesisteule. E si noli: il (atto che codeste Co– muni1à a,•e,•ano diritto di pace e guerra, d'alleanza e di foderazioue può in. durre ad agguagliarle, sia J)Ure in piccolo, ai deprecati e combattutissimi Stati: mentre dovevano essere ben diverse, se« Ja vita interna della cittì, non ne risentiva (di una eventuale conquista politica dn parte di una aristocra– zia di uobiJi o di mercanti) nè spariva il ca.rattere democratico della vita di tutti i giorni :,,. Come mai? perchè mancava quella centralizzazione di fonzioni che con– traddistingue il tempo d'oggi, dividendosi - allora - ogni cittìt-slalo in quartieri indipendenti, autonomi (esempi a Venezia, a Colonia, a Londra, a Novgorod, a Pskov). E la forma politica dello Stato (la Assemblea popo– lare di Pskov, le Arti a Firenze, eccetera) non poteva influire su una suddi– visione di territorio e di funzioni contemporaneamente, su una serie di co– munità - appunto - autosufficienti (origine immediala della città) e di gbilde capaci di autoamministraziooe (a loro volte originate dalle nuove condizioni in cui sta esplicandosi il lavoro). In conc1usione la città medioevale ripete, ma su scala pii1 "asta, il 1en- 201

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