Volontà - anno VII - n.4- 31 maggio 1953
ma stanca ripetizione dei successi più o meno classici dei professionisti); Molti club per il bridge, e altri giochi del genere; Molta attività sportiva: anch'essa di1ettantcsca, evidentemente; ma se pensiamo che recenti statistiche hanno dimostrato che per mancanza di campi di gioco gli inglesi sono molto l>iù un popolo di spettatori che di sportivi nel vero senso della parola, ci sarà da compiacersi che nelle citti,– giardino siano offerte - e sfruttate - molte possibilità di muoversi alJ'aria aperta. Riprova, d'altronde, che le gardcn-cities rappresentano l'ambienle ideale dell'inglese medio e tradizionale ... ; Si parla anche di un'intensa attività politica, ma nessuno dei relatori documenta di quale tendenza sia la maggioranza degli abitanti; sappiamo soltanto che a Letchworth esiste un club conservatore; Infine i giornali: sia a Letchworth sia a Welwyu si succedettero varie pubblicazioni, settimanali e mensili, che tenevano informati i cittadini degli avvenimenti locali, fungevano da palestra per gli artisti indigeni e..• criti– cavano un poco tutto. Proprio per questo tono di critica ebbe particolare successo a Welwyn il Pilot, diretto da mr giornalista professionista; la fun– zione di pungolo è indispensabile in un'atmosfora rarefatta come quella delle garden-cities ... per cui nel 1928 l:t Compagnia pensò bene di acc1ui– starlo. il Pilot, inglobandone In testala in un organo unico diretla enuurn– zione della Socirt:'1. 3 L'ALTRA STHADA Quale civiltà? domandavamo mohe pagine addietro. E adesso ci sembra che il lettore non sbbia bisogno cli mHt nuova sequela di commenti, di escla– mazioni, d.i discussioni: i fatti - e gli scrilli - si commentano da soli. Piuttosto varrì1 la pena di indicare a grandi - e quindi su1>erfici:di, ma ne tenteremo l'approfondimento in altra sede - linee, il 1>erchèdell'c• quivoco cui è dovuto il ritorno all'onor del mondo delJo schema di Howard. E si badi: che ne siano plaudi tori gli Osborn o i Purdom, legati numi e piedi da tanti mai anni alla inizialh•a delle garden-cities, è ancora giustifi– cabile; ma come mai se ne cntusiasuia un uomo come il l\fuuford, allie,•o di– chiarato e fedele di Patriek Gcddes che in Cities in Evolution le elogia si ma senza attribuirvi vàlore autonomo, il Munlord che così ripetutamente chiama in cansa Kropotkin il quale propose - prima di Hovard - soluzio,. oi radicate nella rcaltù Jell'evoh•crsi economico e sociale della civiltà in• duslriale? AttraverfìP il Munlord, laccia attenzione il lettore, lutla una corrente di studiosi e di storici dell'urbanistica s'è avviata a ripetere elogi, a propor– re isl>irazioni, che, al lume di quanto abbiamo scritto finora, ci sembrano 195
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