Volontà - anno VII - n.4- 31 maggio 1953

quale il refrattario è una protesta vivente) è ancora e sempre l'anar• chismo, che è il nemico del sociali. smo, perchè l'anarchismo volta le 8palle al « marxismo>>. E dopo questo, Aragon incomincia la sua autocritica: o: Rileggendo « Anarchismo o Socia– lismo? >>no11. posso a meno di tra– sferire la le%ione così data, sul pia- 1w degli uomini come mc, e di cerca– re di sllperc se noi i111ellettuali, for– muti seco,u/o tracli::.ionimale o pun– to criticllte d" u.oi , uon siamo sem– pre nel c<1m.podelle, cultura, strtl· menti dell'anarchismo? (...) 1'rop– po spesso coutinuillmo a dare il no– stro consenso <1Jla rivoltt1 inclividu<1• le qmmcl' essa prenclc, per esempio il prestigio di poemi in prosa come quelli di Blludefoirc, o riveste il Cll• rntterc antisociale dello spirito di fughe ( ...) nel « silcn::.io » di un Rimbaud. (... ) Tutto questo non è essenzialmente anarchismo, per il quale I« borghesit1.si soprllvvive ne• gli intellettuali politicamente passati sulle posizioni storiche della classe operaia? Così gli intellettuali, nelle file de~ prole.tariato militante, per– mettono an.coraqualche volta l' osmo– si delle idee della borghesia, della contro-rivoluzione ». Baudelaire, Rimbaud, per i mili– tanti staliniani non sono che gli in– terpetri della cultura e del pensiero borghese, Come stupirsene, quando si sa che cosa sono la cultura e il pensiero staliniani: il marxismo dogmatico, fondamento della nuova Chiesa e del nuovo Stato - la scien– za truccata e troncata - l'arte del « realismo soe\alista >)? E necessario stupirsene, quando ogni cultura plu- :174 ralista, ogni pensiero vivente, ogni arte liberatrice, sono per noi fonda. menli.tlmcnte ed essenzialmente anar. chiclw? Troppo tempo ha vissuto Ja leggenda assurda che fa dell'anar. ehismo un marxismo (pili radicale, piì1 esaltato, pili utopistico o pili violento), che persegue con dei me– todi differenti (migliori o 1>eggiori) gli stessi scopi ultimi del socialismo « delle masse ». Su <1uesto punto, Aragon ha ra– gione di riportare il grande conflit– to dei tempi moderni alla sua piìt sem1,lice espressione. L'anarchismo non è soltanto un'« osmosi», una penetrazione della cultura e del pen– siero liberi nel movimento operaio, nelle masse, nella ,•ita sociale mo• derna; è lu culturn stessCl, il pen– siero stesso, è I« viw stcsstl consfrfo. rc,ti nella loro cspm1sionc imlivi<lua– Li. Ed a questo proposito, l't1lic11a– zio,w ltutorit.arùi e gregaria della vita, dell'affett.ivilù e del lavoro u– mano (denunciati da noi nel ca1>i– talismo, ma in grado _superiore nel totalitarismo sociale) non Jw. Clltri nemici che l'mwrchi.smo. L' anarchi– smo è il nemico intimo, sconosciuto e innouiinato, di tutte le oppressio– ni e di tutti gli sfruttamenti dell'uo• mo reale delle entità inumane, for– giate dalle religioni, dal diritto e dalla storia, Stalin, citalo da Aragou, lo sen• tiva ccl è necessario riprodurre <1ui per intero la citazione del maestro fatta dal discepolo: « Non apparteniamo a quegli uo• mini che all<l. sola pt1rola di « anar– chismo » si voltano con disprezzo e dichiarano con un gesto di stanchez– za: siete troppo buoni di occupar– vene, non vale nemmeno la pena di

RkJQdWJsaXNoZXIy