Volontà - anno VII - n.4- 31 maggio 1953

toritario, una personalità coshtmta attorno al bisogno di dire al auo prossimo: devi fare come dico io. Ecco dunq·ue il materialis:mo sto– rico chfl si presenta come un meto– do per far fare la storia, l'analisi economica intesa come traccia della strada su cui indirizzare l'azione e– conomica ahrui, le riflessioni sul comportamento umano utilizzate co– me base per costruire il proprio con– trollo sul prossimo. Se Marx fosse stato uomo libero, anebbe impostato ben diversamente la sua ricerca. Il prob1ema generale io tal caso non è di determinare ciò che l'uo– mo u deve !are », ma di veder chia– ro ciò che l'uomo « fa ». Il proble– ma personale non è la definizione di ciò che io devo « far lare agli altri » ma di ciò che « devo fare io stes– so » perchè il mondo cammini me– glio col mio contributo, dato libe– ramente insieme al contributo di– verso degli altri. In altri termini è il vecchio eterno problema dell'au– torità-libertà. Su quel piano Marx rifiuta di dir– li: ciò che io vedo giusto è \'alido solo per me, per ciascun altro è giu– sto ciò che a lui pare giusto, la ve– rità si costruisce nel processo che pone in collaborazione o in contra– sto i diversi comportamenti pratici derivanti dai diversi orientamenti, ma non si può mai vederla nascere dal fatto che uno di tali comporta– menti trovi modo di imporsi sugli altri. Ognuno (accia secondo se stes– so, lasciando gli ahri (are secondo il loro genio, sapendo in partenza che faranno « diverso ». Il risultato a cui si giungerà mostrerà, in 1 6ne non al principio, se era pii1 giusto pi\l prossimo al vero ciò che avevo capito io e ciò che aveva capito un altro. Quando s.i parte col proposito di imporre agli aJtri ciò che a me par giusto, utiJizzando per ciò le vec– chie strade della azione politica, (quindi, o con la violenza esplicita del.la forza i tiranni, o con la vio– lenza ri1,osta della propaganda gli ideologhi), e tuttavia si sa di agire su un terreno umauo (e perciò su un terieno die si sa per costituzio– ne irrimediabilmente libero, e solo operando come liberi se ne manten– gono i caratteri essenziali), è ov,,•io che si dovrebbe in partenza preve– dere un'intossicazione, un risultato negativo. Marx non se n'è accorto solo perchè era cieco ad ogni im– magine di liberti, (libertil mia e del prossimo, congiunte). È perciò che egli è riuscito di fat– to con la sua analisi a determinare un complesso condizionante, non un complesso liberante. Il materialismo storico, per con– sentire una direzione univoca del– l'azione politica, affermava (atalist.i– camente che sì l'wnano è moltepli– ce, ma alla radice è unicamente e– conomico. Preparava con ciò l'ani– mo e lo strumento per piegare gli uomini a fare ciò che a Marx sem– brava giusto. Lenin e C., e infine Stalin che al– tro hanno fatto, in sostanza, se non forzare il loro prossimo a lavorare nelle of.ficine e nei campi con i me– todi delJa fabbricazione su catena e dell'agricoltura meccanizzata (para– clossalmcnte presi n prestito dal ca– pitai ismo americano, nei suoi svi– luppi attuali così lontano dalle pre– visioni marxiste, e pro1>rio diverso 1,erchè l'umano integrale vi ha bene e male condizionato l'economico), in- 171

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