Volontà - anno VII - n.3 - 15 aprile 1953

110 i loro guadagni durante i mesi in. vernali, senza pili nessuno in cui fì. dare o sperare, esse non cl,ie<le,•ano che anui ed organizzazione per sca– tenare la loro poderosa forza esplo– siva, Invitandole ad occupare le ter– re che lavoravano e a sbarazzarsi dei proprietari, dei militari e dei buro– crati estorsiouisti, Ma9 a poco a po– co le ebbe tutte dalla sua. li loro numero, la loro audacia, la loro re– sistenza fisica e la loro sete di giu– stizia mostrarono presto come esse ed esse solo fossero la forza "i"a, in– corruttibile cd i1n'incibilc della Cina. Una disciplina severissima, una coesione e una mentalità simile a quella dei soldati di Cromwcll trasse da <1uei;temasse contadine una élite rivoluzionaria che ha suscitato l'am, mirazione di quanti, amici o nemi– ci ne son venuti a contatto. Nell'<w– cuparc una città nessun vandalismo od angheria da parte delle truppe comuniste cinesi come se ne sono ri, scontrali da parte di <1uelle russe nel– l'occupazione della Germania e dei paesi cosidetti liberati. Quesla élite mostrn verso il popolo uno zelo qua– si rei igioso, una devozione sinccr.1 r di sentimento. Teslimoni oculuri SO• no stati colpiti in una conforcnz:, Il Pechino dalla differenza [ra questi uomini e i loro << compagni » ,•cnuti dalln Russia. C'era in loro entusia– smo, ,,ivacità, animazione, lampo tli fede negli occl1i e calore nella ,•ocl', mcnlrc i Uussi erano freddi, senzn slancio nel geslo, impassibili e guur– dinghi. Per chi nncora nutrisse l'idea del• l'identità {ra il partito comunista ci– nese e c1uello russo basterebbe ricor– dargli che v'è Cra i due una differen. za di tren1'anni. Se mai i comunisti cinesi d'oggi nssomiglicrebbero a <ruelli russi del 1917 o almeno del 1923. 1 Comunisti cinesi hanno ap. pena compiuto In loro rivoluzione e se già ci sono germi di degenerazio– ne non hanno certo raggiunto lo sia– lo di cronica cancrena dell'app:1ra– to staliniano. In Cina poi il comuni– smo essendo il solo partito rivoluzio– nario non si è trovato nella tentazio– ne o necessiti, d'eliminare spielala• .mente altri partiti e movimcnli che alla rivoluzione avessero contribuilo in misura pii1 o meno grande. Nel fenomeno ora in corso e parallelo al– lo sterminio <lei Kulachi russi biso– gna notare ch'csso è dircllo contro i proprietari e grossi conladini clo,,e la ri,•oluzione non è avvenuta. Non è un movimento spontnneo o semi, spontaneo delle urnssc, ma in\'ecc misura ri\'oluzionaria comandata dall'alto, e cioè una ruisura reazio– naria, di cui Mao se ne potrà presto amaramente 1,cntirc. lrl\'ano cerca dargli clamorosa apparenza di movi. mento pOflOlare, ma 1nire col dnrf!li questa apparenza, mostra una diffe– renza di metodo col supposto model– lo SO\'ietico e COnlUll(lllCnon è an– cora questione, eccetto nella stalllJ)a, di colletti,•izzarc la terra, vale a di– re di toglierla ai contadini ,mzichè ridistribuirla. fl partito comunisla cinese non ha instaurato una dina– tura del proletariato, ma un Je11Min Kung Ho Kuo, che vuol dire Stato di tutto il 1,opolo basato sulla pub• blica armonia. Si sa cl1e i nomi non sempre corrispondono alle cose, ma pel momento almeno l'appello rivo– luzionario comunista si rivolge in Cina non ai proletari ma al popolo, e Mao Tse Tuug vi include esplicita• mente i piccoli capitalisti e i capita– listi nazionali. Questi ultimi, pure 143

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