Volontà - anno VII - n.3 - 15 aprile 1953

« Eden mi ha rimesso co1>ia del me– morandum presentato dal.l'ambascia– tore inglese a Berlino ad un proget– to di mediazione cli sei l)Otenze. E– gli mi ha fatto osservare, con una serietà particolare, che era in via di svilupparsi una guerra europea, in piccolo, in Spagna ». Il 22 dicem– bre, il comandante Loriot, capo del 2° Bureau dello stato maggiore ge– nerale dell'Aria, informa l'u.ggiunto militare tedesco che una conferenza SJleciale, alla quale partecipava il presidente del consiglio, il ministro degli Affari esleri e i tre ministri della difesa, si era riunita per esa– minare specialmente la questione SJJagnola. La situaz·ione. era estrema– mente seria e pericolosa; se gli sbar– chi dovessero continuare, sarebbe la guerra. [I dibattilo del processo di Norim– beq;a doveva confermare dieci an– ni dopo che il pericolo era rea.le. Nel dossier concernente Gocring, vi era c1uesto est ratto del processo ver– bale d'una riunione, del 2 dicembre 1936, nel corso della quale Goering, riVolgendosi ai grandi capi dell'Ar– mata dell'Aria, aveva detto: « la si– tuazione gl'nerale è gravissima. La Russia vuole la guerra. L'Inghilter– ra sta r•reparando un Corte arma– mento. Di conseguenza, a comincia– re da oggi la 1>arola d'ordine è: « massimo cli preparazione, nessuna considerazione per le difficolti1 finan– ziarie. Lo staio maggiore ne assume la 1>icna responsabilità )), JI docu– mento veni,·a esibito contro uno dei grandi capi, il generale Bodenschatz che assicurava i legami tra Gocring e Hitler. Egli ris1>ose: « Era una misura di cliCcsa >>. Goeri.ng aveva a– perto la seduta dicendo: « La slam- pa di tutto il mondo si agita in me– rito allo sbarco cli cinquemila vo– lon'tari tedeschi in Spagna. La Gran Bretagna protesta ufficialmente e si concerta con la Francia )). Fu allora che Goering dichiarò: << La situazio– ne generale è ·gravissima )). (Reso– conto del processo di Norimberga). Sul carattere e sul ruolo del Co– mitato internazionale di non-inter– vento, nessuno si ingannava, L'ita– liano Grandi e il russo Maisky, ave– vano, qualchevolta, delle uscite vio– lenle, e minacciavano di uscirne quando la farsa si faceva troppo ri– dicola - e tutto continuò così fino all:i fine. Per una specie di accordo tacito, si ammetteva che il Comilato non ave,•a allra possibilità che quel– la di salvare le a1>parenze, di ten– tare di mantenere una specie di e– quilibrio Ira l'aiuto esterno dato a Franco e quel.lo dato al governo re– pubblicano. Ciò permetteva di gLia– dagnarc lcmpo, di attendere la 1fine delle ostilità senza urli pericolosi Ira le grandi potenze. Grandi infor– mava il suo socio tedesco che egli aveva ricevulo istruzioni che. lo in– vi1nvano a dare « flCr (1uanto possi– bile mi carattere puramente plato– nico a 11111a l'attività del Co1uitato )). Ep:li era persuaso che l'Tnghiher– ra e I.i Francia indietreggerebbero davanti ad un atto decisivo e che non si rischiava nulla a ntoslr.arsi intransigenti. La diplomazia ledcsca era piì1 agile, meno fanfarona. Il direttore della Sezione politica degli Affari esteri., \Veizsacker, scri– ,,evn in una nota datala il 4 luglio 1937 (<1uando la ,,resa di Bilbao a– ve\'a migliorato considerevolmenle la situazione di Franco): « La Gcrrna– nia si rifiula di lasciar degenerare in 131

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