Volontà - anno VII - n.3 - 15 aprile 1953

:a non è mai troppa, e d'altronde una risposta in sccle di Congresso a• vrebbc avuto ccrtame111cpiù valore cli tutte le deliberazioni prese local– mente. E tale risposta non fece che co11fermare <Juellecleliberazioni: al– l'unanimità (od eccezione di tre pre• senti che chiesero clie i CAAP po• teucro restare come osservatori) il Congre.uo si dichiarò contrario al,. l'amminione dei GAAP. I delegati <leiGAAP, si ritirarono allora molto correttamente: il che fa s1,erare, che e.ui abbiano finalmente capito che. il nostro rifiuto di colla. borare con loro non è un'imposizio• ne <li maggioranza, ma risulta dal– l'accorgerci che sono in presenz.a due concezio11i 11011 diverse ma opposte dall' anarchi.smo. Non v'è statò per• ciò bisog110di discussioni analitiche: lutti lo hanno sentito da sè. Il rifiuto di accettare i CAAP al Congresso ha confermato che il dissidio per cui essi si son separati da noi supera il terreno proprio dell'anarchismo: più che i<lcologicoesso è di metO<lo,cioè pii, profondo ed insanabile, ed era falso attribuirlo a dissidi di persone, come poteva far apparire talvolta la polemicu uon sempre equilibrata. l,a se1mrnzio11enetta e definitiva tra i GAAP e noi non può essere che benefica p<'rambe le pllrti. Lavorare nella chùirezza, se,1:a ve,1ire mai a compromessi, per una comunità ve• rn e profo,u/a nella concezione dei mezzi e dei /i11i, ecco le condizioni perchè il lavoro sia producente. Si può <J1Li1tdi a/fine considerare chiusa la polnnica organizzativa con i CAAP: ciascu,10 lavori a m0<losuo a casa propria. Potn,11110,s'intende, ,··.11s('rvi discussioni sul piano delle idee, se la discunione auvcrrà nel rispetto lii chi pensa <liversamente da 104 sè, con argomenti onesti, senza dis• simulazioni. (Noi vorremmo che giovani rn buona fede che conosciamo Merenli ai CAAP ripensassero qunnto è acca• duto a Civitavecchia, e sopratutto la loro esperienza cli questi due ultimi mmi: che esercitassero alfi ne il loro senso critico non solo verso di noi (riconosciamo che hanno detto tal– volta tielle cose guiste) ma anche ver– so loro stessi cd il loro « animato– re >). Pretendere di essere gli asscrt.o– ri d'una verità unica, e cli voler strut– turare e, nuxlo proprio un incero mo– vimento e rinnegare proprio l' esse11- ::.c1 libertaria dell'anarchismo: come non se ne accorgono? Il Congresso cli Civitavecchùi è stato così wwnime nella sua risposta ai GAAP perchè ta– le verità semplice è capita, intuita, tmclie dal militante più modesto, an– che da chi 1101L conosce i t>rilicipi di S. lmier, anche ,ta chi è sprovvisto di e, cultura »). Avviato cosi felicemente il lavoro <lei Congresso tutti si resero conto che tra i presenti si era stabilita una migliore coesione, una maggiore fa– cilità cli imendersi senza discorsi i– lleologici. Ciascimo ritrovò il suo po• sto in mezzo a tutti, ciascuno capi clic />Otevaparlare francamente, per– chè l'atmosfera era di comprensione, di tolleranza reciproca. La discussione che ne $Cg11ì su <( l caratteri fondamentali dell' anarchi– smo » fu, <JUindi,serena ancltc <1uan– do vivace ed appassionata. Ed essa ,è ricca di insegnmnenti, se anche non molt.o conclusiva in apparenza. All'inizio parve che su. qiws(argo– me11to clue atteggiamenti opposti si scontrassero: <1uellodell' anarchi.Jmo etico e quello dell'anarchismo classi-

RkJQdWJsaXNoZXIy