Volontà - anno VII - n.1-2 - 1 marzo 1953

È questa la vostra umanità de– cantata? È ora di finirla. con queste misti– {ictlzioni, dite al popolo la verità e null'altro. E Voi, dottrinario ciarlaltmo da Iealro, c/1e non fate altro c/Jc dire In men:ogna, (dicendo che dal par– lamelltarismo si deve ris.olvcrc lu. Questione Economica dell'Operaio) Voi ci ingannate tutti; 11w 110,, è per questo la voslrtt scienza, ma sib– bene la grande Ambizione di sede– re su <1uelli scanni. Voi, dovreste c,•ssare quelle ciarlattanate, e noi. o- 1:H!raì sfr1111a1i,cessiamo una buona volta di prestar fede a questi cama– leonti~ alti e bassi, e dì essere con– vinti che la nostra emancipazione dt>ve essere opera. di noi stessi, e non del Parlamentarùmo. Molti Sfruttati Ma ai primi del 1892 è una· nuova ventata reazionaria che si abbatte in modo llarticolare sugli anarchici. È ancora troppa radicata nella « classe dirigente » italiana, la con– cezione che il miglior modo per ri– solvere i gravi problemi economici che mantengono il paese in uno stato di miseria cronaca, è quello di re– primere spietatamente. Essa pensa che il popolo si lamenta, non tanto per le condizioni in cui versa, ma per l'opera fomentatrice di continui malcontenti e di ribellione contro il governo e la c1asse possidente, da parte dei partiti e movimenti di si– nistra, e che quindi è sufficiente, pe.r avere la calma, colpire questi « fo– mentatori ». Non si pensa alle terribili condi. zioni dei lavoratori; non si pensa che il Dazio sul grano, ad esempio, colpisce in maniera diretta e tcrri- 74 hilc i nulla1encnti, i lavoratori clu· si nutrono esclusivamente -di pane. Ma dal momento che anche la re- 1>ressione costa, bisogna adouare nuove imJlOSte. caricare il popolo di nuove tasse ed accentuare le restri– zioni, c1uindi nuovo malumore, al– tre agilazioni, ecc. E da questo C<',r– chio chiuso non si riuscirà ad uscire. Ed iofotti il malessere continuer.'., r– preparcrà - nonostante i Tribunali di guerra - i moii ciel 1893-94 in Si– cilia e nella Lunigiana, e quelli del 1898 a Milano, in Toscana e a Na– poli, perchè, come dice bene il Co– lajanni nel suo libro L'Italia nel 1898, questi sono « tanli anel1i del– la ratena interminabile del malcon– tento ». 21 Ai primi del 1892, l'attività degli anarchici si fà più viva, la difficile situazione dava ampio materia1c ai malcontenti. Malversazioni e specu– lazioni erano cose di ogùi giorno, cd avevano portato molte banche al fal– limento. Le banche che, nelle loro speculazioni ed azioni « poco puli– te ,,, a,•cvano servito le « clientele elettorali. » dei" sostenitori dei vari governi che si erano alternati in que– gli anni al potere, furono salvate per interventi superiori, perchè con lo– ro si salvavano gli interessi partico– lari delle varie personalità implica– te e che erano strettamente legate al governo. Le particolarità di una I.'.\• le situazione divenuta insostenibile, e l'impellente bisogno di sanar1a, e– ra sentito, non dagli anarchici sola– mente. L'economista Pantaleoni scri– veva che era necessità sentita quella 22 A pa~. 23 nell'« llalia nel 1898 •· Tu– multi e reazioni di Napoleone Colajanni. Seconda edizione. Milano 1951.

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