Volontà - anno VII - n.1-2 - 1 marzo 1953
combim,rtJ i luru 1fur~i fHJr uuo aco. po t.>d intcreue comune. Auocio~ion(! libera - non iove,. no, neppur di un'ora; non l'ula– mento, neppur d'operai; non un'am,. mùailtra:ione o centro, che .si arro,. ihi il diritto di dilp<>rrodellu co.se me.ue i11 comune, asse,norle, riclsia. morie di 11uot.'O o .sè in nome della conumiti,, ridistribuirle, impolle pe,• ,i o tOlse, d(•lcrmiltar• le c,ondi;io. ni e norme del /acoro JiclliorandoLe. obbli~atoric e /JroulJCf./cndocon po• /Uir e 1ribw1ali a chu I« '"" dccrc• tciot1i lÌat10 CSCKJ'ÌUt e pt.mili i trn• .sxrcuori. Quc1to o ,,m,lmrquo al,ro ~ovcr1w Mlm:bbc il ,lisr>ostismo s,e,. 10; e i politic-m11i a burocrutici che lo comporrebbero d(,rcbbcro i nuovi pastori o to1utori del gregge umu,w. Dunque rictipitoli,11110: l) E,11rowiu:iot1e violenta del• la ricchcua e del potere alla bor• 1hc,ia e allo Stato; 2) Mcs.sa iu conwm~ del/'11110e dell'altro nu_-dionte L'os.socMil::i<me e l'orirmontento libero, con liMri pat• U, dello convioen:a ,ociole. 1n quel periodo il movimento a• oarc:hico era diviao iD •colJeu.ivilli> ~ ccomun.i•ti.», e i primi erano par• ticolarmentc oumeroti a Carrara, do– ve tr-o,·ere.m.ogruppi di • colJettivi• ali • ancora od 1894, ma era una di– vitiooe art.i.6ciale e che doveva acom- 1,arire, ed inCatli scomparve. Allora però eua e,iateva, e in non J)()C.lli caai, provocavano conJwiooe. Ee.sa intralciava lo aviluJ)po dell'at.– ti•ilà del movimento anarchico. Era logico <1uindi che a 1ale problema, quello tc10 a dimo8tr :t.re che non vi era ragiono di M:inderai e 1uddivi. tieni in chieaucole 1010 per la 1ma– nia di determinare 1roppo i p■rtico,. 70 lari, cbe aarebbcro ,tali forte varia– bili coi luoghi e i lempi deUa ao– c~tà futura, ù deJjctilC uoa parti– colare atte.m.iooe. Vi erano dei principi generali, e l'c Appello• che abbiamo citato pi.U &Opra li enunciu•a aommaria.me.nte io due punti. Ogoi u.heriore dh 4io– ne dfreniva aupe:rOua e di Oltacolo allo a,,iJuppo del mo,•i.menlo nel ,uo i.ruieme. Per quc,to li aggiu.o.ge ,a: • Avremmo torto per uempiu di dividerci per questioni c:otrnt le .W• guenti: se la prod11::ione auve.rrò su più o me,w va.sia scola, se l'a&riC()/, tura si cumulerà dUfJJ>ertutto con lu imlustria; se, per cccc::iorti o o &rm,. di distan::c, vi potrmrno cssore scam• bii a base di recivrocitò; se le nur• me, e se l'uso di alcune cli euc .sarò più o meno particolare. l111omma le modalità e i particolari dello assu• cia::ioni e dei patti, dell'orga,aanw.11• to del laooro e della conuivcn.:a, ,ifl' saranno un.iformi, nè pouono euere fino da oro preveduti e precùoti. Comunismo e collettivi.,mo, tutti f' due hanno i loro lo.ti rMllotivi, 0tl opti modo e quali che 1io:n.o i par• ricol.ori, U fondo dell'ordinamento della .sociercì fu.turo ,arò comunÙII• co? Conlenliamoci del comunUmo morale e fondamentale, che • co,ui. fotti vtde più del materiale e forma• le. Lunp dall'a.ttacco.rci a dalle /or• mule $pe,M sibillim! e qua,i 1cmpre ambi-&ue e d'incerta applu,n;i.o11~. te– niamoci me&lio ai principi /oncla– mentoli ed adoperiamoci od incu/. care alle masse, acciochiJ ancho <JIU!• ste quando verrà l'ora, mm liti&hi110 per una /rrrt1e o per u,i ammi,aico/o, ma sa1>piamo imprimere alla aocU•tò che uscirà dalla ritJol«::io,ie una cli– rezione conforme a principi di hi11• sti:ia, di eguaglianza e di libertà •·
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