Volontà - anno VI - n.12 - 31 gennaio 1953

zione, come in Russia, o bruceran– no i raccolti come in Andalusia. Si è 1>otuto sodisfarli, per un certo tempo, con il suolo vergine ameri– cano, però quando quella terra ri– chiese cure s1>ceiali, essi se ne ri– tornarono. Come accontentarli? Ecco un pro– blema che dovrà affrontare ogni pae– se. I contadini e gli operai possono ricorrere ai mezzi piì1 violenti, però, non per questo sono dei ribelli. Ci sono stati e ci sono fuochi di ri– volta fra i contadini in Irlanda, in Andalusia, nel Messico, in Bolivia, nell'isola di Giava, in Rumania, in Sicilia ed in altre parti d'Italia, pc• rò sono stati e sono nello stesso tem– po fuochi di foudalismo di esplo– sioni crudeli, di trascuratezza socia• le incredibile, ed è questo che lo– calizza quelle rivolte e migliora re. lativamentc la vita del contadino, come è successo in Irlanda. n socia1ismo è stato impotente di fronte al problema della terra. Nien– te di più facile che dichiararlo uno dei mezzi di produzione e perciò chiedere la soeializzaz"ione della ter– ra. Molto facile è anche gridare: la t.erra ai con.ttulini, la miniera ai, mi– natori, la fabbrica all'operaio. Si sono prospettate altre soluzioni: l' usuf.rutto con il pagamento della tassa alla società (Henry George), sia come usulrutto individuale che cor– porativo, o concedere la terra solo a]. le associazioni agricole (il collettivi. smo dell' Internazionale) e queste associazioni saranno autonome per l'ammissione dei membri, ciò che permetterà loro di stabilire un « nu• menis clausus » o l'accesso assoluta. mente libero (Hertzka, Feedeland). Credo che queste siano Je propo- 682 ste del socialismo libertario, e non– mi trattengo su quelle del sociali– smo di Stato nè su queJlc dell'indi– ,,idualismo asocialista. Ci sono, inoltre, proposte sociali– ste e libertarie che risolvono la que• stione abolendo i.I contadino. Sono combinazioni di lavoro intellettuale, industriale cd agricolo che da f:ou– rier a Robcrt Owen, si propongono, per tutti i falansteri e le comuniti, volontarie sperimentali. Tutti cam– bierebbero con piacere un lavoro per l'altro, tutti andrebbero con gio• ia dalla stanza di studio all'officina, dall'officina ai campi, dai campi ad" una occupazione artistica o viceversa. Su una più vasta scala, Ccsar De Paepe concepì associazioni indu– striali. che andm,ano n'ei campi ad" aiutare 1>er il raccoho, e associazio– ni agricole che andavano nelle offici• ne nella stagione delle pioggie e del freddo (1863). Ilakuuin 1>reconizzò l'unione del" lavoro intellcnuale e manuale, cosi stupidamente separati (1866); Kro– potkin, da parte sua, insistette, su una « certa » integrazione del lavo– ro», eom'egli la chiamò e difese « il piccolo paese industriale dell'av. venire » (1888); e William Morris vo1le ridare al lavoro le sue qualità estetiche perdute ed all'arte il suo– posto nella vita di tulli i giorni. K.ropotkin andò ancora più in là: per finirla con la concorrenza, co1r la superiorità delle condizioni di un luogo rispetto ad un altro, im– maginò di arrh,are ad un liveJla– mento della produzione 10 tutte le parti del mondo, mettendo i pro– dotti dei paesi caldi sotto vetro e– riscaldandoli nei paesi del nord: op– poneva al grano delle grandi pianu– re americane <1uello che si sarebbe-

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