Volontà - anno VI - n.12 - 31 gennaio 1953
trmlizionali? 3) A quali sosl.egni pos– sono ricorrere gli t1rtisti. e gl' i.,ucl– lcttuali d'America ora che non, /JOS· sono più coni.ore pienamente sull' Eu– ro va come esempio culturt1Jc e fon– te di vitalità? 4) Se è vero che stUl– mo assi.st.en.do a una 1111ova f]ernw– zionc e riscopcria del.la reu/Jà llme– ricmw, credei.e [JOSsibile ma1Jtenere Lu. tradizi.011.edi nonconformismo cri– tico che rhmle u 1'horeau e a Mel– ville? Un tale questionario rivelava, non ~enza ccmdore, u11O stai.o cl'u,iimo ,lif]uso frtt gl'i,tteJlettuali t1mer.ica11i piii « avcmzati >) <lopo il 1945: sgo- 11u>1rto per la <e fine clell'Europa » e, al tempo si.esso, sent.imento <li supe– riorità della « sc,lut.e )> americana sulla disi,it.egrazione europea; orgo– glio per l'affermazione del prinwlO americano ma, al tempo s.tesso, sgo– m.t>ntoall'idea che I.aie primato ri– schiava di raf/or;(lre la parte J>ÌÙ. rozza e conformist.a del paese; smar– rimento di front.e al.la sit.u.azione del mondo e, al tempo si.esso, <lesiderio di trovare un punto d'appoggio in un qualche « sano em1>irismo )>. S01.– to le formule volutamente equilibra– te, i redattori della Parlisan Review sembravano insomma dirsi: <e Fino– ra, noi. inteJlettua/i. am.ericcmi, esi-– gu.a minoranza ̧o.lµta i,i una mClssa occupai.a a fare più che ti pensare, eravamo sost.enu.t.i dalla solidarietà europeci; l'Europa sembra che ven– ga a mancare, e, in ogni cnso, in <1uestomomento non ci offre nessu11, e.sempio egregio di vitu.lità; ci ri– mane l'America; ili forza economica ,lell' America e il vigore della demo– crazia americana sono certo l'unico baluar,lo valido contro lo swlini.smo; ma l'A m.erica non vuol dire soltanto democrazi<t e ricchezza, vu.ol anche <lire <e società di massa )>, volgariz– zazione continua dclfo cultura, diffi– denza 1>erle iclee non ùnmeditita– mentc utili ~ per le forme d'espres– sione non imnwcliatanwntc dif]on,· dibiLi; ltccet.tare l'America in qmm– to nostro pClese è giu~t.o e sano mtt se dovesse voler dire anche Clccettare le forme correnti della vita sociaJ.c ame– ricmw, e in part.icoJare Lct regola che bisogm, pensare e parlare T"~ril gran 11unwro e non per i pochi, aJJora che senso avrebbe più. dirsi i,uel– leuuali? Ma, ,l'altra parte, che senso ha ostinarsi ,, rimanere chiusi r,.cJ]a mor<1lità della 11rotes.ta qrumdo c'è sempre meno speranza di comunica– zioni utili /rn il piccolo grnppo e la massa? Perdersi nel mare magnum di un collettivismo utilitario e non liberticida come qucJJ.o america,10 sarebbe forse savio. Ma ww taJc sa– viezza, poi, non equivarrebbe forse et t.radire la più costante ccl energica delle tradi.zioni americane a1>pu11to quella della ,,rote.sta solitaria e del nonconformismo? in tali frangenti, che fare? » Le preoccupazioni più o meno pa– lesi dei redatt.ori della Partisan Re– \'Ìew, per int.ellet.t.uali che fossero, non eran poi così diverse da quelle che si manifestavano cont.em.poranea– ment.e iri tut.ti gli st.rati deUfl..società americana alla fine cleLguerra. I te• mi, anzi, ne erano i<lentici. Se i dubbi espressi nel questiona– rio erano sintomat"ici, le osserua:io– ni svolte dai ve,u.iquattro i,uellettua– li (compresi i redattori della rivisw) che hanno risposto all'inchiesta van– no in rm senso si,igolarmentc diverso da quello al quale probabilmente si atte,ulevano gl'ini;.iatori deJl'i,r.chù!• sta. La maggior parte degl'intcrro- 615
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