Volontà - anno VI - n.12 - 31 gennaio 1953

prio l'Americcmo. Lo straniero, o l'emigrato recente, può mcmifestctre senzct troppo imbarazzo opinioni as– sai ciniche quanto ctlla, sucertà dei principi democratici, o esservi indif– ferente. Ma l'mnericcmo di vecchia data, per incallito che sia dalla lotta per la vita, sa che, in quei pri11cipi, in quelle « proposi.ziuni », è la giu– slif,caziune ult.ima tlel suo motlo di vivere: se le,. fortuna gli /u,. arriso, sa che è sU,t.ograzie ,,, un patt.o sociale fondato su quelle « astrctzioni n; se gli è st<ttaavversa, o se l'ha foscillto fra gli oppressi, seni.e che, per quall• to inefficaci, quegli ideali co11sacrati sono l'ultima sua speranzct di prole• sia e di rivalsa: se non per sè, alme– no per i suoi figli. In wui società uj. jtt-irdmentc fondate, su un principio itleale, nessun individuo, per quanto fc,ccia e dica, sfugge veramente al prestigio de.I principio stesso, nonchè ullc questioni moretti che ne deri– vano. Gli int.elleu,wli, ,wt,;ralmente, non fa,mo eccezione alla regola; an• zi, U rap1,orto fm l'intellettuale ame– ricano e it suo paese c,ssume quasi di regola la forma dell'esame di co– scienza, con t.utti gli scrupoli, e ma– gari le casuistiche, che possono ac– compagnare questo genere d' eserci– zio spirit.wtle. Piiì la pressione degli avvenimenti collett.ivi è forte, più tormentoso e complicato l'esame di coscienza. Senza amlar troppo lon– tano, la prima guerr<1,mondiale, la « prosperity ». Lu crisi del 29, il New Deal con l'irruzione massiccia del problema sociale nella vita <m1erica– m1, la seconda guerra mondiale, l'e– splosione di fliroscima, fu guerra fredda, son stc,t.e, per gl'intellettutdi americani, le occasioni di altrett.ant.i 674 escuni cli coscienza. Il tenw essenzia• le, poi, è sempre lo stesso: « Che cos'è l'America? Che cosa dev'essere l'America? Come comportarsi di fronte ali' America? ». A ogni svolta della 5toria, l'America (quella i<let1- le come <1uellarec,le) è di nuovo tut– ta in <11wst.io11c. Sarebbe tlifficile in• <licare w, 1mese dove le questioni del momento assumono una forma simi– le. In nessun paese, in/tttti, a un ;. dea/e collett.ivo più semplice fa con• trasto una realtà sociale 11iù tumul– tuoso e piiì ribelle, a,,,;wu.o, alfo semplificazioni rozionali. Febbre fllu• st.imw o fatict1, di Sisifo, l' Americll, si direbbe, rimm1e sempre da fare e da <lefinire. Sul problema del rapporto .fm gli i11tellettua"lie l'Americo nel momen– to presente, la piiì cosmopolita delle riviste 11111erica11e, la newyorkese Partisan Review, ha condot.to nei suoi ultimi tre numeri un'inchiesta 1,llc,. quale hanno risposto alcuni fra i piiì. noti scrittori e studiosi. del/a costa atlantica <legli Stati Uniti, e cioè della parte, diciamo, più << eri• roveizzant.e » del paese. l risiilt.ati di quest'inchiesta sono significativi. Ma non meno signifi– cative per comiuciarc, era110 k. do– mmule formulate dalla redazione del– la rivista sotto il titolo generale « Il nostro paese e la 110$.tra cultura». Le domande ertmo queste: l) In che mi– sura credete .sia combiato l'atteggia– mento tlegl' intellettuali umerica,ii verso l'America e le sue istituzioni? 2) Deve l'i11t.clle11uale americano a– dattarsi alla cultura <li massa, o pen– sate invece che una società ,lemocra– tica conduca necessariamente a un li– vellamento ,/ella cullllra che dis.tru.g– gerà i vlllori illlcUcttuaJi e estetici

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