Volontà - anno VI - n.12 - 31 gennaio 1953
ze senza aspettare a formarle urtica• mente 1>er Ja guerra o in vista di essa? È vero che durante tma guer• ra le alleanze possono cambiare ed una nazione può aver ragione di temere pili dai propri alleati che dai propri nemici. f; vero pure che la subordinazione o Ja sottomissione di una nazione aH'aJtra può avve• nirc tanto 1>ill radicalmente per mcz;r.o di un'alleanza clic per mezzo di una guerra, Ma non dimostra ciò che ,•i sono tra i supposti organi• smi nazionali altri mezzi di nuocer. .:i r soggiogarsi che non l'incontro dei loro eserciti? Non indicano le ambasciate, gli uffici di spionaggio e di propaganda, i rapporti cultu. rali e commerciali e le conforem,.e d'ocni genere e livelJo che gli avve• duti sanno bene che la guerra non è necessaria al raggiungimento dei fini cui s·i pretende arrivare per mezzo della guerra? A guerra finita bisogna poi per for.ta ci.tornare a <1ucsti mezzi, e solitamente con la impressione, specie da parte di chi ha perso ]a guerra, che molto me• glio valeva mai discostarsi eia tali mezzi come quelli atti a dare i ri• sultati pila sicuri. Ben raramente è ancora una guer• ru •definitiva nei suoi risultati come lo è invece una 1otta biologica. Una nazione vinta non è una nazione morta. Dura pure dopo ]a sconfitta e piano piano risorge e può risalire, con o senza guerre (piìa facilmente senza che con) ad uno stato pili pro• speroso e potente di quello. di pri• ma. Già Orazio col suo famoso (< Graecia capta ferum victorem ce• pit )) aveva notato come il popolo vinto sul campo di battaglia possa poi essere quello che vince cli fatto, obbligando il popolo vincitore acl 670 adottare i suoi coslumi e modi di pensare nonehè a fargli posto dove si dirige e s'in8uisce. Si dì1 il caso cioè, che se trova riscontro nella biologia pure dimostra l'inanitì, del J>roccsso che si vuol chiamare guer• ra, di un organismo il quale si di. gcrisce quello da cui è stato man• giato. La Cina, per esempio, si è assorbita quanti sono andati a con• quistarla e pur perdendo guerre so. pra guerre è ri.masta quelJo che era mentre i popoli conquistatori son scomparsi nel suo capncissimo ven– tre. Guai a conce1>ire la guerra in termini di biologia! La guerra a(. Jora si disumana, ed assistiamo ai campi di sterminio nazisti e ai geni• cidi perpclrati dalla Russia. Coll'eccezione di <1uesti delitti che al tempo in cui il Morley Robcrtson scrisse il suo libro uon si erano dati ancora, una nazione che vince, ben lontana dall'avere risolti i probJe. mi della propria nutrizione, viene spesso a trovarsi nel.la necessità di nutrire le popolazioni del paese vinto. Durante una guerra la poper }azione che si elimina sul campo di battaglia e perfino sotto i bombar– damenti è compensata da11'aumeuto delle nascite dirnodochè le bocche da nutrire rimangono sostunzialwcu. te le stesse mentre enorme è la ric– chezza cl1e si distrugge e che non, si 1mò più riparare. Quando poi una guerra si prolunga aldilà delle pre– visioni i problemi che confrontano i pbpoli belligeranti in sul suo fini– re, sia di nutrizione o d'altro, sono molto più numerosi e diversi da quelli per la soluzione dei quali si iniziò ]a guerra. Son rare 1e guerre oggi in cui uu popolo ottenga dal suo concludersi quanto se ne aspet– tava. Piuttosto si ritrova con mag-
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy