Volontà - anno VI - n.12 - 31 gennaio 1953

ovvie. Prima: i soldati volevano .scuoterei di dosso l'autorità dei ge– nerali, per torna.re ai loro villaggi, ai campi, alle fabbriche, &apcndo che nè i padroni della· terra nè quel. Ji delle officine avrebbero potuto più comandarli. Seconda: nei villaggi, che son sempre stati la sostanza del– la vita russa, i contadini volevano lavorare liberamente la terra, la ter– ra su cui più noQ avevano potere i vecchi proprietari. Terza: nelle cit– tà tumultuose e disorganizzate, di front<" ad una ,·ecchia classe dirigen– te (cioè comandante, _di parassiti politici economici religiosi intellet• 1u:1liJche dappertutto fuggh•a, si al– zavano operai studenti, la parte vi– ,,a del popolo, e reclamavano lavoro senza piì1 padroni e vita sociale. Non basta? 4) Tali spinte libertarie già si traducevano in nuove istituzioni. Non è una nuova istituzione (per u– sare il termine caro ai liberali) il «so– viet locale»? E non era in corso lo s,•iluppo di intese, accordi tra i so– viet locali (di soldati, di contadini, di operai) in modo da realizzare, quel tanto che occorreva, un lavora– re concorde sui problemi comuni - senza strutturare legami perma– nenti che si sentiva avrebbero uccisa la libertà di tutti? In altri termini, piia espliciti da un punto di vista anarchico: l'iniziativa popolare &ta– \'a costruendo una nuova forma di vita sociale, fondata sulla reahà ob– biettiva delle comunità reali - non ;;iit sulla realtà ipotetica di dassi o di nazioni o d'altri analoghi rag– gruppamenti fiuizi con cui i bolsce– vichi hnnno poi mascherata la loro ricos1ituzionc dei recinti. ~aturalmenle, tale costruzione per essere lihern era molteplice: una fabbrica lcntan modi di lavoro di– versi da un'altra, una comunità spe– rimentava modi di rappresentanza d.iversi da w1'altra, tutto era fluido. Ed in questa fluidità, necessaria per ]a libertà della SJ>erimcntaziooc so– cinle da cui lentamente sarebbero e– merse le nuove forme sociali (aper– te, non anch'esse o: recinti») gli a– narchici si sono inseriti anarehica– mcnte. E il libro di Volin ci dà suf– ficienti esempi. Il « caos » degli es1>erimenti isti– tuzionali era congruo al caos delJe persone umane che ne erano attiva– mente in soggetto. Non v'è ragione di credere che non si sarebbe per via ordinato: in un ordine non unitario, ma tuttavia ordine - cioè in un or– dine libero. Proprio i liberali, che hanno una trndizione di lotte so– ciali tutte fondate sulla fiducia die la libertà crea, che solo la li– bertà crea, che occorre a,·ere i1 co– raggio delJa libertà, intendono ne– gare che la libertà dei popoli di Rus.. sia avrebbe creato un ordine nuovo, se, eliminati le varie clique1 del ge– nere di Miliukov o di Kerensk.i, fos– se stato .eliminato anche la clique del tipo di Lcniu-Trotzki (con clic quel– la di Stalin non sarebbe nemmeno nata)? Oh gioco del.le ipotesi - in cui ciascuno porta Je certezze che gJi vengono dal di dentro, noo già la le– zione negativa di fatti uemici. E guai se i fatti nemici si dovessero accet• tare, solo perchè son fatti. Perchè aUora Croce non ha accettato defini– tivamente il fascismo, pur avendolo accettato in principio? 5) Vana domanda, ovviamente. Questi « come » non a noi nè a Vo– lin van posti ora, ma si ponevano "ia via a1la gente russa (ed anche a 653

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