Volontà - anno VI - n.10-11 - 15 dicembre 1952

<li lavoro Jliù m0Jc~1i, 11iù risi,omlc111i alla rcaltii e proporzionali alle nostre pouil1ili1à, (ed anche que110 è pouiLiliuimo). Ma meniamoci all'opera, lavoriamo sul serio, se vo– gliamo uscire da (1ues10 slalo di pusivi1à, di inerzia cosi danno50 a 1u11i. Solo il l:avoro 11uòdire qu11lcl1eeon di sos1111ui11le ai nos1ri critici e può anche convincerli, e, per chi ci sta attorno, solo il lavoro ha il potere di aiutarli ad uscire dall'inenia in cui si tro• .vano anch'essi, e forse di avvicinarli a noi. Lasciamo che il tempo sia il giudice del 1.os1ro lavoro: esso dirà chi ha sapu10 la– ,·orare Jk:r l'avvenire. Tanlo meglio iC lutti avranno fatto qualchecosa per il fine• comune. Ciascuno di noi ha ira « gli altri » qualcuno che conosce beue e d1c è degno di stima: qucslo (leve bas1are per non condannare tulio e 1utti in hlocco e per riconoscere - fino a prova coruraria - la huo11a fede di chi pensa e fa diversamente da noi. Non ,•orre1111°110 essere fraintesi. Non intendiamo far iaecre le tlivergenzc e cancel– lare le di\·ersi1i1. Le divergenze sono una reahà concreta tra di noi e sarebbe inutile e dannoro non volerlo a1m11e1teree non volerne tenere conto. Ma s1abili10 11ucsto, cia• seuno lavori nella chiarc:r.za per proprio conto e lasci ad altri la libertà di S\·olgere il proprio lavoro come meglio crede. La tolleranza è una qualiti1 dell'anarchismo e se noi anarchici ci onoriamo di usarla p(:nino ,·erso i nostri avversari. a maggior ragione do• vrcmmo 11:arne prova tra di noi e ,•erso coloro cl1e lavorano nella nostra orbita. E neppure vogliamo cancellare le di,,crsità: anzi siamo per eohivarle pcrchè sono la forza delle nos1re idee, Volere un'uniformità di vedute, di in1enli, op11orsi alla critica franca cii aperta, è s.olTocare la spontaneità in ciascuno di noi, è farci perdere quello che secondo 1.oi , è più prezioso: la libertà di fare secondo se stesso. L'anarcl1ismo non può essere canali:u.ato su una sola strada, nè può essere C0IIIC• nuto dentro schemi o deniro dogmi, e la sua condizione lii vi1a è la libertà. Perciò noi non :ibbiamo paura nè delle di"crsi1à, nè delle critiche, nè delle discuS!ioni, e ne diamo JJrO\'a continuando su Vol0111ù1 11ucs10diba11ito, con !CriHi di anarehiri rra tli loro 1111110 dh·cr$i J1tr modo di vh-cre e di pensare. Vorremmo che lo SCOJ)0dì questo diba1ti10 fosse <1uclla chi:arifìcazionc i1lcologica di cui <111asi lutli se111onola ncccuit:I. Mohi l'aspe11ano dal prouimo Congrcuo. Noi pensiamo che la nostra ilampa sia la sede più :idaua per questo compilo e per questo vi insistiamo su 11ucs1o~ 1iai;inc invitando .altri a contribuirvi. E la cl1iarifica1.ionc a\'verrà ~olo se ;;i s1ahiliri'1 sin Ja ora un clima di 111u1uarom. premione e ,Ii rispc110 reciproco. E non è per amore della discussione in se stessa o 1>er della J>Ura ginna;;tica in– tcllelluale che dobbiamo giungere alla (lcsidcrata chiarificazione, ma per ritrovare slrade di la\'oro che ridiano all'anarehi~mo il posto di lolla d1c deve avere e che scn:r:a di quello non J>UÒ rivendicare· nessun ruolo 1.ra le forze sociali in lolla nel mondo in rui ,•iviamo. 1 Per indicare solo <1ualchc 11umero della rivisla in cui queste discussioni hanno a\·ulo luogo, rimandiamo il ]cuore a: Volontà, nn. 2/3, lJ.J.52: C. Fontcnia, Ter::.o fronte, pag. 80; A. Prunier, Davanti <ili« guerra che viene. pag. 83; L. FabLri, Il problema, pag. 87; C. Z. Am1rc/1i.smo e autoritù. pag. 193; Anarchi.smo e tcr::.o fron1e, pag, 142; Anarchi.smo e Stato, pag. 144. Volontà n. 7, 30-6-1952. C. Berneri. Piattaforma, pag. 400; L. Callcani, L'anarcliico e la maua, pag. 402. 573

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