Volontà - anno VI - n.9 - 30 settembre 1952
nazionale, che giganteggia,,a ~paven– tando le classi privilegiate ed atti– rando contro di sè le persecuzioni dei governi, gli uomini di pensiero che vi erano entrati o che essa ave– vu suscitati andavano elaborando quel programDla, o quei programmi pei <1uali ancora oggi combattono lutti coloro che vogliono l'emanci– l)azione integrale dell' umanità dal– la tirannia del capitalismo e deJl'or– ganizzaziOne statale. L'Internazionale staccò il proleta• riato nella sua parte pii1 eletta dal seguilo dei partiti borghesi, e gli dette una coscienza di classe, Wl pro– granuua proprio, una poHtica pro- 1>ria. Sollevò e discusse tutte le im– J)Ortanti questioni sociali, riprese in esame e s,riluppò tutti i sistemi di ri– forma sociaJe fino allora preposti e fondò tutto il movimento socialist:.i moderuo. Fece tremare i potenti, suscitò le ardenti speranze degli op– pressi, ispirò sacrifizii ed eroismi ... e {1uando piì.1 sembrava destinata a seppellire la società capitalistica e tirannica, si dis.Cece e morì - la– sciando ai suoi credi, i partiti socia– listi ed anarchici, il compito di rea– lizzare <1uel mondo di solidarietà, di giustizia, di 1ibertI1 ch'essa aveva annunziato. Prrchè morì? I tempi erano certamente immatu– ri per un suo rapido trionfo, vale a dire che non si poteva ragionevol– mente sperare che in pochi anni si potesse attuare quella profonda tra– dormazione di tutti gli ordinamenti sociali che l'Internazionale si propo– ne,·a; ma essa era uno strumento magnifico per maturare i tempi, ed anebbe potuto creare le condizioni del cambiamento preparandovi gli 49Q spiriti ed allestendo le forze neces-. sarie. Invece si disfoce e mori. Perchè? Si suole attribuire la morte della Prima Internazionale alle persecu– zioni dei governi ed alle lotte perso– nali sorte nel suo seno, Jo non lo credo .. Le persecuzioni ~arebbero state impotenti a disfare l'Associazione e spesso gio\'arono alla sua popolarità ed al suo incremento. E le lotte per– sonali non iurono in realtà che cosa secondaria; e fino u che iJ movimen– to ebbe \'italità servirono piuttosto a spronare all'attività Je varie parti e gli individui più iu vista. La cau– sa vera è un'altra. Nel seno dell'Internazionale si ma– nifestarono ben presto due tenden– ze, )'una autoritaria e centralista. l'allra libertaria e federalista, Jc qua– Ji divisero gli internazionalisti in due .frazioni a,·verse, che presero no– me, almeno nel.le loro ali estreme, da Marx e da Bakunin. Gli uni volc,•ano fare dell'lnter– uazionale un corpo disciplinato sot– to gli ordini di un Comitato centra– le (« Consiglio generale»), gli altri volevano che Iosse una libera fede– razione di gruppi autonomi. Quelli volevano sottomettere la massa per fare, secondo la vieta superstizione autoritaria, il suo bene per forza; questi volevano sollevarla ed indur– la a liberarsi da sè stessa. Ma ciò, invece che alla dissoluzione, avrebbe potuto condurre semplicemente alla divisione in due associazioni come infatti Ju tentato, tanto più che le due tendenze erano quasi nettamen. te divise anche come territorio, ap- 1>artencndo l'Italia, la Spagna, ]a Francia meridionale, la Svizzera ro– manda ed il Belgio alla tendenza li-
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