Volontà - anno VI - n.9 - 30 settembre 1952

,·er~e proposte più o meno di,·erge.n– ti. AJJora uno dei presenti s'lllcarica di redigere via \'ia una mozione uni– ca (sempre che sia possibile, s'in. tende) nel.la quale i punti di vista cli tutti siano debitamente conside– rati. b) questa mozione uni,·n del gruppo o dei gruppi ,·icnP p~i por– tata con lo st.esso metodo al Con– gresso: cioè difesa quel tanto che par ragione\'ole, mantenendosi i de– legati aperti a modifiche laddove - senza porsi in contrasto con il fondo delJa proposta locale - par bene acceltare anche i punti di vi– eia degli altri. A <1ues10punto, negli ultimi Con– gressi, C.Z. ha presa su di sè una funzione scgretariale: poichè nessu– no si decide,•a a formulazioni con– clusive che appunto tenessero conto rlrlte opinioni di tutti, ha steso i te. sii di mozioni finali, modificandole via "ia che la discussione lo suggeri– va, ed infine presentandole alla ap– provazione di tutti. Non è quindi esatto parlare di a. nalogia col metodo usato a Milano, flove una certa mozione, presentata all'inizio dell'assemb1ea, è stata ap• provata tal quale alla fine. 4: Problemi di organia.azi':)DC 4: G. Zana$Ì, intendendo qua.si a rovescio, una parte del nostro di– scor.~o. ci attribuisce la riflessione che il no5tro movimento per qua.si due s<'coli avrebbe camminato a riiro.so fun:iònando come un imieme di gruppi che aspettavano deci.sioni da 1111 r<'ntro. 1 Non intendevamo affatto dire ciò. 1 u. N. 7.9.s2. 506 Anzi 1 Ja nostra intenzione era pro– prio quella di lamentare che oggi vi è troppa tendenza tra noi ad aspet– tarsi miracoli da una « organizzazio– ne :o, la quale dovrebbe fom.ire ai mil.itanti non solo le iniziative d.i cui occuparsi ma anche i mezzi per farlo, a differenza di quanto è ac– caduto in passalo, quando il Movi– mento era piì1 vitale. Che quella « attesa :. sia in buo– na parte la situazione di fatto del Mo,•imento oggi ci pare ~videate. Noi siamo socialmente assenti in lta- 1 ia, nessuno piì1 si accorge che ,; sono anarchie.i operanti in ItaJia (ul– timo guizzo di vita.Htà l' ha dato proprio Busico ed i suoi com1)8g:ni, su uno dei purticolari terreni tli at– tività dell'anarchismo; ed un altro è, su "diverso terreno, la Colonia M. L. B.). proprio perehè manca <ruel fiorire di iniziative e di atti– vità locali che hanno ca.ratterizzato il nostro Movimento lungo tutta la sua partecipazione alla storia socia– le d'Italia. Torniamo a dire: l'orgoniuazione .serve, è utile, .se v'è materia da or• ganizzare. Cioè se nei gruppi locali v'è volontà, idee chiare, forza di (a. re, allora I' organizzazione giova a coordinare queste forze in vista di una maggiore efficacia del loro co– mune lavoro. Ma se in basso non c'è nu1la, a che serve l'organizzazione? In termini pratici: noi non pos– siamo aspettarci nulla più dallo stu• dio dei problemi d.i organizzazione. Ora dobbiamo, ci pare, concentrarci .sullo st.u.dio dei problemi dell'attivi– tà personale e locale. Con ciò si mette ancora una volta l'accento suBa preminente imperio– sa necessità di vivificare }'attività locale, sola ed unica sede d'un con• creto operare sociale degli anarchici.

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