Volontà - anno VI - n.9 - 30 settembre 1952
10 -u~ge.stiva nella collezione di .Mar– ... d Rivière. Proudhon ha legata J'idea dj ri– 'VcllO della 1>ersona, sulla quale brilla un magnifico riflesso cartesia– no. all'idea di giustizia come ad un -no principio generatore, da cui Ja i-un <'elehre defìnjzione, celebre al– meno pre&So gli storici delle idee, definizione molto chiara e molto giu– •ta: la giustizia, è il rispetto sponto– neame.nle sentito e reciprocamente é!'arantito della dignità umana, in qualsiasi circostanza in cui essa si 1royi compromessa e qualunque sia– no i rischi a cui ci espone la sua d_i. fe!-11. Il ris1>e1to di ciascmrn persona è per Proudhon un prinicipio univer– •.tlf' c•hf"ha valore qualunque sia il -eeJl:O. la nazionalità, l'opinione, h1 r>rofeuione. Ma c'è qualehecosa di pii, da dire: questo rispetto fondato -ull'e,ruivalenza delle persone, sul– ru~ua~lianza che deriva dall'iden– titì1 delle ragioni, dev'essere scrupo– losamente assicurato in tutti gli atti tfolla vita, i pri\,ati come i pubbJj. ri: per cui bisogna regolare tutti i rnpporti <lei lavoro, sia la prodt~zio– ne che lo scambio, i rapporti poli– liei interiori ed anche j rapporti tra i popoli. Non è soltanto la fomiglif1 t·lu, ri<'hiede un ginsto regolamento, rioi- il trattamento ugi,alitario, nel. le 1>ersonc di coloro che la compoll– ~0110. ma anche la fabbrica, la cit– tà politica. Dovrebbe essere stabilita una re• riprocità tra le funzioni ed i bisogni, al di sopra dell'idea del pro6uo, e 11:olo lo lihcrti:1 vi arriverà, tenendo conto del dare e dell'avere di cia– ~euno nei confronti dell'utilità ge– nerale. suggerendo le armonie che, finalmcnle. stabiliranno la pat"r tra ~li individui e la nazione. La pace, figlia JeUa giustizia, permetterà il re– gno delfoguaglianza e della libertà che sono tutte e due nate poco a po– co nel corso della storia dell'uma– nitì1: ed esse si preciseranno tra di noi, pensava Proudhon, attraverso sommosse politiche, guerre, soffe– renze individuali e nazionali. Perc.hè la giustizia regni - cioè per assicurare questo regno della li– bertà e dcli' uguaglianza - Prou– dhon ha elaborato un sistema che lende a sostituire il regime tradizio– nale d'autorità con un regime in cuj tutti i rapporti sarebbero regolati da contratti: non più lo Stato, ma Com– pagnie di lavoratori raf;gruppati in libere federazioni, esse stesse conJe– derate, tutte· animate all'azione dai lavoratori tutti uguali, tanto pii1 la– boriosi, pensava Proudbon facendo– si qualche illusione, quanto più sa– rebbero definitiva.mente liberati dai ,,incoli di djriuo pubblico di una volta. ~on si può contestare che Prou– rlhon non· abbia sempre difeso la sua idea con chiarezza: ma per quanto oscure possano essere le sne dimostrazioni, esse mancano tuttavia di emanare una forza morale che non ha perduto la sua efficacia civi– liz.zatrice. Oursta idea ispirò in Fran– c-ia trazioni importanti della classe operaia, alla fine del secondo Impe– ro: ed in seguito influi sui fonda– tori dei sindacati operai, Dopo il 1871, si pnò dire che le convenzioni collettive sono di essenu pn,dho– niana; e pure di essenza proudho– niana s'ono i progetti che tendono a creare una Europa federalista, Tut– tavia, non esclusivamente prudho– niane perchè in Proudhon si ritro- 501
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