Volontà - anno VI - n.8 - 15 agosto 1952

stt tulla la faLicosa so,•rastruttura teoricn che sen•c a giustificare il ri– toruo Jei sacerdoti che si chiama110 di Cristo al farisnismo contro cui Cri– sto lottò. In una parola la Chiesa è per noi una speciale manifestazione dello il)iri10 d'autori1i1, e contro di lei bi– sogna lottare sul suo stesso terreno che è terreno 1meifico e di propa– ganda, 1eneudosi pronti a passare al terreno della violenza quando le ar– mi dell'a,,,,ersario da s1>irituali dive– nissero maleriali. Queste. dice"o, le conclusioni a cui arrivn il mio lungo ragionamcn- 10. Son voglio però mettere il 1mn– to finale al mio discorso senza ac– cennare a qualche aspetto pratico della lolla anticlericale, anclw se ciò ltirheril un 110' l'unità logica di <1ue– :,,l;1 S('rie d'arlicoli. C"è. 1>rirnadi tutto, un a:,,pctto dcl– lu , 1 ecch in battaglia che ci fo e ci Caritecmpre onore e che :,,ipuò con– tinuare su per gii1 nello stesso sen– so. Voglio ,,arlarc della lolla minu- 111 e locale contro l'irwadenza delle istituzioni cattoliche, contro la posi– zione privilegiala che la Chiesa oc– c,qrn in <1uasi tutti gli stati, contro l'insegnamento religioso, elc. Gran parte della potenza morale Jellu Chiesa si basa sulle sue 11 ope– re >> di beneficenza e sulle sue scuo– le. La lotta condotta contro <1ueste istituzioni ha dato in 1>assatobuoni risultati. Però ora assistiamo in mol. I i 1mcsi al risorgere 1>rogressivo d.i ciò che era stato demolito dalla pro– paganda di mezzo secolo. E questo avviene forse 1>erchè la nostra 01>e– ra è stata in passato, anche 1>er ra– gioni di impossibilità materiale, pili 428 <li critica e di demolizione che di ricostruzione. Indubbiamente l'elemosina è una cosa brulla cd umiliante. Però in tempi di orribile crisi come quello che allraversiamo, le istituzioni cli beneficenza perdono agli occhi delle masse la loro odiosità. Finchè noi, non con parole, ma con realizzazio– ni pratiche, non sos1i1uiremo alla carità il principio della giustizia so– <·iale, 111 Chiesa avrà sempre nelle sue isti1uzioni di beneficenza una ,,a. lida armu di propaganda. E ciuesta è una llrova di pili che la lotta con– tro la Chiesa è intimaruente legnta a tutto l'insieme della vita sociale. Per quel che riguarda l'insegna-· mento, la loua per la scuola laica C stata una delle glorie della demo– crazia moderna. Jn questo campo s'è ricostruito e gli anarchici, per conto loro f• in separata sede, han 1>reso 1mrte all11 ricostruzione. Però biso– gna osservare che 111 battaglia per la scuola C un11di <1uelle b11ttaglie che richiede lollatori vigili e duttili, pronti a cambiare metodi e a ri,mo– vare idee. Per esempio, le scuole a base d'i,~gnumcnto materialista che nel primo decennio del secolo con– truppone,•ano ai collegi religiosi. sa– rebbero ora anac:ronistiche. La peda– gogia moderna che è fìnalm('nte giun– rn a una visione eom1lletau1ente anar– chica della scuola e della vita, non ammette pili che s'insegnino ai bim– bi teorie fotte. La scuola deve esse– re ora solo un "i"aio d'energie e di ricerche in cui il maestro non è che una guida che aiuta il fanciullo a s,•ilup1,are la sua inlclligenza nel senso che le è proprio. E' l'esatta applicazione pedagogica delle nostre idee. Nella battaglia contro la scuo– la confessionale il nostro posto è dun-

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