Volontà - anno VI - n.7 - 30 giugno 1952

di.tic a ,,oJte - cerca di ridurre al minimo Ja propria vita spirituale e ne soddisfa le esigenze osservando la legge del minimo sforzo. Questa mag– gioranza, costituisce il terreno pro– pizio al.l'abbarbicarsi delle religioni dogmatiche da un lato, e dall'altro al lrionfo di quelle forme di vita po– litica in cui tutto viene dall'aho, in cui Ja possibilità e la n~essità di i– niziative individuali sono quasi an– nullate. ~on è questa, e,•iclcntemente, una constatazione molto originale. La si i- sempre fatta da che mondo è mon– do. Già Platone contrapponeva i due termini: da un lato le minoranze t)ensanti, dall'ahro 11i molti)) che non pensano ad ahro che alle necessità della loro personale vita pratica; e da questa distinzione deduceva la ne– Ct"SSitàd'un governo dei primi sui se– condL Ora, appunto neJla seconda 1nnte <li questo ragionamento sta i1 nocciolo della divergenza profonda, del contrasto incoaciliabi1e che se– para le forze autoritarie da ,,nelle f'he inalberano la bandiera della li– her1i'1. Nel cam1>0 spirituale le re1i– ~ioni. nel campo materiale 1'autori– li1 politica - che ha sempre la ten– ,le,11 ... - -a sgusciar ,,ia dai freni che la ,,ofontil popolare le impone, per ten– der" all'assolutismo - considerano " i molti n come un gregge che ha bisogno - irrimodiabi]mente- e fino alla fine dei secoH - di guida se,•era e rigida in tutti i campi della sua at– tiNilì1. E siccome questa è la soluzio– ne lliì1 comocla tanto per le pecore c.he pel pastore, si prolunga una con– di:r.ione di cose che sembrerebbe al– I rimenli ineSJ)licabile. Tn conlras·to coll'autorità nel cam– fW') Sj)iritu.ale e materiale, le for7,e del rinnovamento umano dirigono hltto il loro lavoro a far si che le masse cesaino <l'esser tali per diventare gruppi d'individui pensanti, cessino d'essere inerti •per cominciare a sen– tire la gioia deUo sforzo creatore, l'orgoglio del proprio lavoro e quin– di e.lolla propria iniziativa. Lo gran c.li ((erenz.afra gli antichi rifonnatori e i moderni soldati della libertà è a1)punto ciuesta: che i secondi non considerano l'umanità come materia (>rima per sperimentare le J>roprie teorie sociali, per quanto rivolte alla feliciti1 uniNersalc. Essi vogliono lare per gli uomini <1uello che faceva So– crare coi suoi discepoli (« Io non so~ no - diceva Socrate - che la leva– trice deJle anime. Non le voglio ipla– sm.are a piacer mio; voglio solo faci– litarne IIt liberazione dell'involucro di tt•nebra in cui sono chiuse e aiu. tarle a ric-onoscersi e ad essere !le slessP-J. ln una 1>arola i libertari vo. gliono seguire il metodo che i mo– derni 111'"!estr·i impiegano coi loro sco lari: ,,ogliono cioè cercare di 9.bhat– tere gli ostacoli materiali e spiritua• li che esercilano sul.la coscienza in– Jividuale una pressione esterna e !e impediscono di manifestani nel sell• so che le è proprio, di sviluppare cc.1 espandere ,,nell'originalità che esiste nel fondo di ciascuno di noi e che è c.1uellache dà il tono ad o,:cni 1rnrsonalità. Posta così la questione, si capisce facilmente come tra gli anarchici e tutti gli spiriti liberi da un lato e la Chiesa e gli Stati dall'altro, l'antago– nismo sia primordiale e irreducibile. Non credo che a nessuno verrebbe in mente di negare la funzione d'au– torità dittatoriale che esercita la chi~ cattolica nel campo della mo~ mie e del pensiero. 363

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