Volontà - anno VI - n.7 - 30 giugno 1952
tanto doloroso, degli uomini ,·erso la libertà. Il pericolo cattolico non è forse così visibile come altri che ora sembrano 1>ii1 immediati, ma è !)iù minaccioso per l'iwvenire, in quauto ciò che si costruisce oon lentez~a e con ,pazienza nell'.amhito della co– scienza è assai 1>ii1 difficiJe da demo– lire che le costruzioni di 1>ietra e di calce. In Italla poi la Chiesa ha ora la sua roccaforle. in Itali11 essa ha an– che, grazie al· Concordato, una note– ,·ole potenza malerialo; in Italia ,p1indi 1>robahilmente la lotta con– tro di lei dovrà essere 1>iì1 aspra e decisiva. E noi dobbiamo preparar. ci a riprendere questa lotta che dal tempo della guerra jn 1>0i. abbiamo un po' abban<lonata. I tem1>i sono Ja allora profonda– mente cambiati e non possiamo illu– tlerci che si.a possibile ricominciare la "ecchia cam1,agna a base di gior• nali umoristici e di pro1Xlganda m:1- terialista. In un allro mio scritto, ho cercato di sgombrar(' il terr,:no della lotta pratica da unn confus"ione che è sta• la - io credo - il difetto principale del vecchio anticlericalismo: la con– fusione fra le tendenze religiose del• l'anima umana e la so,•raslrultura angusta ed oppressiva delle religioni rivelate e dogmatiche. lo sono con– ,·inta che le questioni sull'esistenw di Dio, su spirito e materia etc. ap- 1>artengono al campo plll'amentc fi. ]oso.fico, devono essere risolte dn eia• sctino di noi indi\'idualmente e non entrano nel domjnio della propa. ganda e della lotta sociale. Il caso è ben diverso quando si parla di dog• mi religiosi e di chiese tradizionali ed ufficiali. n pensiero libero (di cui il libero pensiero è a volte una cri- 362 stallizzazione un po' - non arrab– biate"i - dogmatica) deve, per le ragioni della sua stessa vita, combat• tcrle. Qui l'antagonismo è evidente, mentre non è affatto evidente il con– trasto fra la libertà del pensiero e l'idea di Dio o la credenza in un 1nomlo soprannaturale. Il nostro bersaglio deve essere quindi più preciso d'una volta; e ci sarà tanto più facile oolpire nel segno. Vediamo prima di tutto le ragioni <li questo irriducibile contrasto fra l'idea di Jibertà e il dogma religio– so, o, per 1>recisare meglio - giac• chè bisogna cominciare col fnr 1mli– zia in casa - col dogma cattolico. E· videntemente, agli effetti d'una trat– tazione organfoa e teorica, si dovreb. bero esaminare dal nostro punto <li vista tutte le religioni rivelate. Ma io debbo limitarmi qui al fenomeno che pii1 conosco e che più interessa i 1>acsi latini: il fenomeno cattolico. Probabilmente gran parte di ciò che dico si potrebbe ripetere contro il protestantesimo nei paesi germa• uici (per quanto quest'ultimo mi paia meno pericoloso perchè meno totali– tario e centralista) e contro tutte o quasi tutte le altre religioni rivelate in tutto il mondo. L'umanità è compost:D d'una mi• noran7,a di spiri:i vigorosi e inquieti, realmente o potenzialmente liberi (parlo di quella libertà morale che si salva anche tra le grinfie dei ,·ari Neroni della storia e che consiste nel. la tendenza a costruire da sè il 1pro– prio pensiero, la propria 1vita int.e• riore e nel rifiuto d'accettarla be1la e fotta dal di fuori) e di una maggio• ranza che, per ragioni di conser1.t• zione - il pensiero è un Jusso miei-
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