Volontà - anno VI - n.7 - 30 giugno 1952

In generale, è questo il militante che sceglie la F.A.l., con l'idea che questa sia il ,·ero organismo d'azione, creato esclusi,•amente dalrazione e pn l'azione rivoluzionaria. Questo tipo di militante giunge ad essere, in realtà. ·nonostante la sua buona volontà e il suo spirito di abnegazione nf'l sacrificio, il peso morto della F.A.I., poichè la priva di attività elevate e pro,•oca la maggior parte dclii• divergenze che !utili o no, assorbono un tempo prezioso che resta perduto per cose migliori. J~ hent: menzionare qui una tendenza che accusa la F.A.l. di avere essa slcssa provocato questa t< mentulitit militante )ì negli aderenti al movimento libertario. Jn vcritit, parteci1mrono alla F.A.I. e si coprirono di un'au– reola mistica, una serie d'uomini che, per lunghi anni dedicarono le loro vite all'azione. in cui spesso la-.<'iarono anche la 1>clle. Acciecati dai ri– suhati « 1,ratici » e momentanei della loro aui,'ltà. crearono una specie di f( dottrina dell"azione ». Diffusero anche canzoni che di,•ennero prc:.to po– polari e du~ irwarnanmo questo :ipirito combattil•o ad oltranza 11 • Ma il fatto rimane che molti di tali elementi, porlati dalla "pintll propria della loro uzione, si imbe,•,•ero di una <'Oncczione specialissima della rivoluzione e giunsero fino a proclanrnrc l'idea della ((conquis1a del llOtcre n per rea– liz1:are d11I picdestallo del comando la libertà. Artefice e cultore di lalc corrente fu, tra molti altri, J. Garda Oliver. Per molti anni, i migliori de11a sua vita, egli si lanciò a corpo morto in quel genere di attività, e per un sentimento di misticismo egolatrico che perdura nel sentimento s1>agnolo come funesta eredità religiosa, fu portato al culmine del.la popolarità. Fu (1uesta popolarità che lo ubriacò e lo per– dette. iPoco prima dei fatti dell'ottobre del 1934, J. Garda Oliver gj esi. biva in con(erenze polemiche proclamando la sua teoria delJa o:. presa del potere per meglio realizzare la rivoluzione». Dopo gli avvenimenti del luglio 1936. J. Garci.a Oliver arri.\•Ò ,al 1>otere. Cioè, fu uno dei tanti che J>rovocnrono la de\•iazione rivoluzionaria fino all'occupazione delle pol– trone ministeriali. Egli che era stato perseguitato, torturato mille volte nelle prigioni di tutta la Spagna e di molti altri paesi, si convertì in Mini– stro della Giustizia. Diresse le prigioni e come tale ammise le torlu.re e le celle d'isolamento e creò in Spagnu i campi di concenlr.amenlo. Non è il ca80 di nltrihuire a un uomo o a un gru1>po d' uomini le conseguenze di una determinata corrente. Abbiamo citato un uoruo come esem1>io. E non è il caso di citarne ahri. Eloquenti e chiari sono i brani che trascriviamo, Crammenti di un arlicolo di Peirats 11 • 11 Un• delle canzoni che fu moho po1>olare e si cantava per le vie di Barcelfona ·•veva 1trore come questa: « Accorrete anarcl,ici - pistola in 1msno, fino alla ,norie, - con 11evolio e din«• mite - combatteremo contro i governi». Un'ahra meno violen1a, era <111elfoche si adottò come inno libertario: « Alle barricale, alle barr1'ca1e,per il 1rion/o della Confederaz.io11e ... li. u Vedi « Cenit » (n. 12, Toulouse, Diciembre 19~1). « Sobrc la prclc-ndida r..riiisdel An■rchismo •· 406

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