Volontà - anno VI - n.7 - 30 giugno 1952
vanti - eh(' il National Industria] R,•covery Act, cioè il primo tenta• tivo tli far intervenire lo stato nel.le faccende economiche private dei cit– tadini era incostituzionale. Preval– sero le opinioni dei grossi finanzieri eh(' avevano condotto, sulla linea del « foi:,;se:•fuire » e del (< lei us r1lo11c », il 1rncse alla rovina economica del 1929-1933. Lo slato non avc,,a il di– ritto di intervenire nell'economia na– zionale; non aveva il diritto di na– zionalizzare imprese tli interesse 1mhblic-o (,,cdi il caso della Tcnnes- 8<'(' Vnlley Authority). non aveva il diritto di presiedere al funzionamen– to dell'industria e dell'agricoltura, non f)Otcva soccorrere i disoccupati con fondi provenienti dalle tasse dei cit1adini, doveva rimanere una or– gnnizzazione tli servizi della società, secondo le grandi linee - teori– che - tracciate da presidcn1i e le– i;islatori come Hoover, Wilson ed altri. Non cnlro in merito alla conve– ni,~nza o meno di questa posizione; sollolineo sohanto che è tradizione spiccata del popolo americano di consitlernrc lo stato al ser"izio della società e di impedirgli di intromct– lersi nelle faccende di, questu se non nei ristr('lti limili dell'esple1amento delle sue runzioni. lo stato esiste <:ioè perchè preesiste una società; i padroni dello staio sono i cittadini; non c'è mistica dello stato; lo stato non ha interessi propri eia propu– gnare e da difondere. Perciò, quamlo si accetta il prin– ci1)io che lo stato è dnlore di lavoro ,. deve difendere la propria esisten– za, non solo si va contro una tradi– zione tipicamente americana, ma si 1)0ngono i prcsn1>posti per una dot– lrina dello stato ti1)icamcnte totalita– ria. Se lo stato dà lavoro è evidente 398 che csislc un dualismo tra esso e i cit– tadini, nello stesso modo che esiste un dualismo tra datore di lavoro pri– ,•ato e lavoratore. Se lo stato, in <1ue– sta posizione. ha degli interessi da difendere, è evidente che <1uesti pos– sono coincidere e possono anche non coincidere con cprclli del cittadino che accetta il lavoro. Se lo stato ha il diritto di imporre delle condizioni nella sua veste di datore di lavoro è e,,idcnte che il cittadino ha il di– ritto di organizzarsi per trattare col– lettivamente di <111estecondizioni, come è riconosciuto dalla legge e dall,1 Corte Suprema. Se lo stato è un datore tli la,•oro deve acce11are <1uesta posizione sino ai suoi uhimi effc11i e Imitare, definendo <prnli sono i suoi interessi. ln"ece è tipico del rngionamen10 che viene generalmente in questi ca– si1 che lo stato ha degli interessi, ma che lluesli interessi sono quelli dei cittadini, e qui nascono le con– dizioni per il totalitarismo. E' CO• me se un datore di lavoro an. zichè riconoscere che le condizioni da lui offerte o imposte corrispon– dono ad un sno interesse 1rnrli– c-olar~. 1)rctcnde.sse che corrispon– dono agli interessi del 111\'oratorc che deve acceltnrle. Chi è lo stato? che <'Osa s'intende per governo e <1u.1le è la distinzione - che nella scntcn– zu non appare, in quanlo i due ter– mini sono usati indifferentemente - tra stato e governo? Si tratta di organismi definili in sè, con una pro– pria fisionomia, propri interessi, pro– pria vita, distinte da <1uelle dei cit– tadini? Oppure è un'organizzazione di ser"izi per la società e perciò al ser\'izio del cittadino singolo? Che cosa vuol dire che, difenden– do le scuole dalle « profanazioni » lo stato difende se stesso? Esiste una
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