Volontà - anno VI - n.7 - 30 giugno 1952

Cari ricordi C" è, a mio parere. c1ualcosa da aggiungere alla sentenza di minoran• za e alle opinioni dei giudici. Rir,or– tandoci alle conclusioni sulla sen– tenzu di maggioranza, comincerei dai punii b) e a). In altri t(;HìJ~i. quando il movimento operai1J l,111a. va per un riconoscimento ;:;uriclicu delle :,ue organizzazioni si.ncfocali, e per un salario sufficiente u ,,iHrf> (/iving 1rnge). la Corte Su1ncma si tro,·ò a dover giudicare se le orga– niizazioni operaie erauo Cl•tnpatihi• li con la libertà di contralto s:rnciia dal'a Costituzione. In parecchi c·nsi ( ,cdi « Storin. del Movimento ope– ruiri amencc,ic », di Foster Hhc,1 U11lle.:;,ed. OHvetCl. essa ,Jeci3e eh~ t.:1liorganizzuroni violavano i prin. (,Ìpi della Co..tltuzione, erano cospi– rn1.ioni (conspirllcù•s) e che i p1ulro- 1.1i erano libe;·i <li offrire lavoro allP. c,,:-:.dizioni che pare,·ano loro 1niglio– ri. tanto pii1 che i salari erano più che dai padroni stessi, fissati dal– l'andamento del mercato; liberi gli 01>crai di cc andare altrove >1 se le c<111dizioninoJJ gubavano loro Intervenuto il New Deal e minac– ciata la Corte di provvedimenti pre– sidenziali per la sua opposizi<.,n,:,al– la politica di Roosevelt, venn~ una famosa sentenza nel caso National Labor Relations Board contro Lau– gh lin Steel Company, in cui era messa in discussione la legge Wagner. Quella voha il Giudice Supremo Hughes decise .9he i lavoratori ave– vano diritto di organizzarsi e di trat~ tare collettivamente, dicendo, a so-, stegno della sua tesi: « Noi dicem– mo che essi (i lavoratori) si organiz– zavano perchè costretti dalle circo– stanze; che un lavoratore isolato ern i11di/eso di. fronte al. datore di la– voro; che egli dipendevll ge11erul– me11te cfol suo salario giomaliero [U!r il mant.eniment.o di se stesso <> della sua /muiglia; e/re se il dutore di fu. uoro rifiutaun di 1>ar;argliil salario che il lavoratore trovava, giusto, egli ere,, ciono11ostante im.possibilirnto a lasciare il suo imf)iego e <1 resistere a un trattamento arbitrarin e slelt– le ... >>. Il caso è stato discusso il 12 a1>rile 1937. A quindici anni di clistan1.a. si giu– dica che un insegnante, se non i;ra– clisce delle condizioni che tre giu– dici su nove trovano gravemente le– sive ai suoi diritti, almeno come principio, può « an(/are altrove ,1, vivere di rendita, mangiandosi la sua << libertà di avere un'opinione n. Un altro fotto. Se è ,,ero che la libertà consiste speciahnente nell'a• vere una opinione indipendente. è anche vero che non si ha libertà cf– re11iva se non ,1uando esistc,no le condi1.ioni necessarie per tramutare queste opinioni in parole, atti. com– porlamento, regola di ,,ita. La sen• tenza della maggioranzu ritiene c,·i– dentemente che l'esple1am('nto di <111es1n liberti:1 sia incomr.a1ibilc con la posizione di inscgnunte e che le opinioni degli insegnanti debbano ,,er poter essere espresse, circolare entro un cerchio non definito di « correttezza n stabilita ~nza appel– lo e per esclusioni successi,·e del Board of Regents, cioè dai datori di lavoro. Caro ricordo del l\fiuculpop. Ma che è questo Stato? Lo stato è un datore di la,•oro. Lo stato difende se stesso. Nel famoso caso « Schechter poultry n. del mag• gio 1935., la Suprema Corte decise - salvo rav,·edersi in parte 1>il1a- 397

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