Volontà - anno VI - n.7 - 30 giugno 1952

zi a sè, lo ;1ttrae, se non desidera af– fatto vivere e lavorare l)er l'avveni– re? Ebben~, ne vadano di mezzo i fatti e l'uomo. E se il mondo che gli preparano, o che lui stesso viene cosiretto a prepararsi dietro loro ordine, gli appare come 1m deserto disperante e intollerabiJe 1 se in esso egli sente la mancanza di tutto ciò che può rendere desiderabile la vi– ta, ciò sarà perchè quest'uomo ha una mentalità arrt'lrata, perchè man– ca di coscienza, r,erchè parte da pre– giudizi e da abitudini ormai supera– te. ~on v'è dunqut altro da fare che mutllrc l'uomo, con le buone o con le cattive. Marx ed Enge!s nutrivano ancora la convinzione che il comunismo a– vrebbe sostituito la falsa democra– zia borghese con una democrazia reale nella quale tutto ciò che con. cerne il popolo fosse veramente de– ciso dal popolo. Ma i comunisli di oggi non domanòano al popolo la sua opinione, per essi il popolo è in– cosciente e del tutto inetto a conse– guire da solo la rropria felicità. Co– sì sono essi che si occupano di lui e per lui pensano, che lo salveranno ad ogni costo, egli. stesso lo voglia o meno. li popolo dunque non deve più pensare alla propria ielicità: le ideologie gliela procureranno conle– zionata come si deve. Nè deve più pensare alle leggi che dovrebbe dar– si, perchè ci sono le ideologie per sta– bilirgliele. Tutto ciò rassomiglia as– sai piìi ai regni platonici dei filoso– fi che a una dittatura del proleta– riato. E poichè il popolo !'tesso di– fetta di coscienza filosofica - o più propriamente: ideologica, per ser– bare la terminologia di questi ideo– logi - le cose si svolgono '!OSÌ come 386 le predisse Platone nella sua « Poli– tcia )): (< I nostri amministratori., e– gli dice, saranno costretti a servir• si di molte menzogne e di molti in. ganni per il bene degli amministra• ti ... Quando costituiscano un rime– dio, lutti i mezzi sono utili ... >i. L'utopismo razionalista - sia quello di Platone che <1uello di Marx - porla all'immoralismo a causa di unu siffatta necessità. Se lo stesso Platonf' non ebbe incertez– ze nel servirsi coscientemente, per il suo Stato ideale, della menzogna e dell'inganno, e se tali mezzi di– chiarava utili. i comunisti fanno la pari. Secondo lor, la menzogna, l'a– stuzia, la brutalità e la violenza de– vono portare alla verità, alla J)ro– bità, alla lratelJenza e alla J>ace. E mentre prevedono un nobile fine, con l'idea del « bene )) astrattamen– te sospesa al disopra delle nubi o in un lontano avvenire, i comunisti non si accorgono che mentendo, vio– lentando il popolo e insegnandogli l'odio, scendono essi stessi sempre ,,ili nel male. Questa è la vendetta dell'astrat– tismo inumano degli ideologi i quali affascinati da ide~ chiare e distinte, dimenticano la realtà oscura e senza fondo e giungono perfino a defìnirb. inf'sistente o perlomeno « meno esi– stente »; della menzogna' par1ano quasi fosse co~ naturale e separata sia da colui che la profferisce che da colui al quale è rivolta. Dimentica– no che la m~nzogna trasforma colui che mente in wt mentitore il qu:1le pP.rderà coscienza del fatto che .:ie ne St'rve « in quanto rimedio », .ii– menticano che per costui la menzo– gna diventerà un'abitudine, e che e– gli mentirà coscientemente perchè è comodo e perchè non distinguerà

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