Volontà - anno VI - n.7 - 30 giugno 1952
abbatte un tronco bimillenario in einqua111·anni. li pericolo che rap• presenta per noi il cattolicesimo sta ap1mnlo lì, nella sua durata. nella impronta che e riuscito a dare di sè a11a civiltil occidentale e latina. Non basta la storia dei pa1>i o la storia della Chiesa in senso stretto e<I ufficiale. per capire la potenza dello s1>irito cattolico che ha ere.alo. colla J>azienza della goccia che scava la 1>ietra, tutta una mentalitil !pe-– cialc, peso morto nel cammino ,lclla ci, ihì1, pericoloso come una pietra al fliedc d"un nuotatore. Bi.90~nu 1>ensarc che il cattolicesi– mo è la forma che ha preso 1>er se– col i e secoli tutto il pensiero occi– dentale. Nel cam1>0 de11a storia noi dobbiamo considerarlo serenamente. nei suoi rallJ>Orli di azione e di reu- 1.ione ~on tulle le altre forze che han– no agito contemporaneamente a lui atlra,·erso i tem1>i. Isolando e :;iudi– candone le manifestazioni esclusiva– mente colla mentalitil di oggi. d met– tiamo in un angolo ,·isuale t.-omple– tamentc falso. Nel campo <lella real– lit attuale, 1>oi,dobbiamo considera– re la sua azione pratica nel tc.1111w presr-ute e 1>rendere posizione ris1>el– t.o ad essa in conseguenza. Però non possiamo capire bene i fini e i moti– vi di <1t1t~st· azione. se non diamo ttll 0 0<'<·hia1u al p:.tSS!lto. clu• è conu- il 1mnto d'appo~io su cui la Chiesa punta la sua le,·a. JI catlolicesimo è. di fronte al cri– sti:rnesimo. come la materia di fron– te allo spirito; è la poesia cristn1liz– z11ta. il siuaholo trasformato in pesan– te superstizione, l'immagine ,·i,•n. il 1>c11sieroincnndesccnte e Ouido, CO· stretti e solidificati in forme angu– ste ed arbitrarie. JI cattolicesimo è nato quando sono cessate le persccu- zioni ed il cristiancAimo è uscito dal– lt' Catacomlw 1u•r eonq11is1are. altr3• ,·erso le legioni romane. il mondo. Al primo conts110 non oslile fra gli uo– mini del cristiimcsimo e il potere po• litico e statal<', lo spiri10 cristiano è morto ed è sorta la Chiesa. Sono cose \'ecchie, però è bene ri1>eterle. Cristo a,·ern ignorato lo Stato, l'autorità ufficiale. Mettendo la coscienza. sia 1>ure religiosa, dell'individuo in una posizione d'assoluta indipendenza ri– sp,ett,o ad egsa, l'a,·e,•a in sostanza <1uasinegata. La Chiesa cattolica, di– ,enlaudo ella steS!a un'istituzione uf• ficiale, è entrata con armi e bagagli in <1uel campo prellcunente terreno da cui Cristo s'era deliberatamente tenuto lontano. E il distacco s'è ac– centuato sempre 1>iùattru,,erso i se– coli; la forma ha soffocato sempre pii, la sost!mza. la 1>oliticuha assorbi– to seu1pre l'n1lostolato. Di lauto in tanto ,grandi figure sono sorte. piene d"ardore e di spirito di sacrilicK>. Ma (1ua.situtte han ,·otato la loro vila nou direttamente :1 un fine 11"1,1•o~tohto morale e religioso. 111~ all!a grandez– za c1"un9 istiluzionc eh" ~i era so– ''rnp1•osta e quasi i-.osti1uit.:1 agli a11- 1irhi ideali. ,li rui IWl"\'a 1·011scrl'ata 111 1rnrola e perduto lo s1,irito. Ci sono delle eccezioni, come Fran– e-esco d'Assisi e qualche altro. ma non bisogna dimenticare che i ,•eri seguaci di S. Francesco quelli che \"Cramente a,·e,,ano ereditalo la sua ~ran fiamma d'amore, finirono. agli occhi della Chiesa, nelJ'cresia. Co– m'è 1>erfettamente naturale, ciò che coslituisce l'essenza della morale cri. stiana si ritrovo, nel corso della sto– ria, assai 1>iÌInelle varie eresie che nelle chiese ufficiali. E <1t111ndo è successo che un'eresia s'è fatta tanto 1>olente da assumere un carattere u[- 365
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